L’Italia si prepara alla riapertura post Covid. Al via, da oggi, l’allentamento delle strette anche in Italia. Dai contagi alle terapie intensive e ordinarie, tutti i dati sono in calo e indicano una situazione pandemica sempre più sotto controllo.
Il primo passo è l’addio all’obbligo di utilizzare le mascherine all’aperto. Riaprono anche le discoteche, ma il giro di boa decisivo sarà il 31 marzo quando scadrà lo stato di emergenza con un conseguente allentamento di tutte le altre restrizioni, compreso il green pass.
Via le mascherine all’aperto, ma restano al chiuso: dai locali pubblici alle aziende private. Sì alla mascherina FfP2 sul posto di lavoro e sui mezzi di trasporto. Resta invece la misura in caso di assembramenti e negli ambienti chiusi. Necessario il modello FFP2 anche per cinema e teatri, per eventi sportivi e per viaggiare sui mezzi di trasporto. Esentate le persone che stanno svolgendo attività fisica all’aperto, quelle con disabilità, i bambini e le bambine con meno si sei anni. Si torna a ballare in discoteca: non serve l’uso della mascherina in pista da ballo.
Per il pass il termine ultimo dovrebbe essere il 15 giugno, quando scadrà l’obbligo della vaccinazione per gli over 50, ma non è escluso possa avere anche un’accelerazione, con alcuni divieti che potrebbero cadere anche prima del 31 marzo.
Prima del 31 marzo è possibile che venga eliminato l’ obbligo del pass rafforzato per tutte quelle attività in cui è previsto all’aperto, dai ristoranti agli stadi, e per quelle in cui serve il “base”, negozi, servizi alla persona, banche, uffici postali e uffici pubblici. Il secondo step, in concomitanza con la fine dello stato d’emergenza, potrebbe invece riguardare i locali al chiuso come cinema, teatri, musei, ristoranti e mezzi di trasporto locali. Dovrebbe invece rimanere su quelli a lunga percorrenza, per arrivare poi, a giugno, a eliminarlo nei luoghi di lavoro. Questa road map è però tutt’altro che certa e all’interno del governo la discussione è ancora aperta.
Dal 10 marzo sarà nuovamente possibile visitare i familiari ricoverati in ospedale, per 45 minuti al giorno, mentre dal 1° marzo, come hanno già annunciato Speranza e il sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali, le capienze di stadi e palazzetti saliranno rispettivamente al 75% e al 60% con l’obiettivo di riaprirli completamente. L’obiettivo è di tornare al 100% prima della fine della stagione.
Con la fine dello stato di emergenza si chiuderebbe l’attività del Comitato tecnico-scientifico e del commissario straordinario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, e della sua gestione della campagna vaccinale. Il Comitato è un organo consultivo del governo strettamente legato all’emergenza.
L’acquisto dei vaccini resterà in capo al ministero della Salute, al quale dovrebbe finire anche tutto ciò che riguarda gli acquisti di farmaci per la lotta al virus. Alle Regioni dovrebbero invece tornare tutte le competenze su ciò che riguarda la campagna vaccinale e gli eventuali richiami, con un graduale passaggio della gestione dai grandi hub ai medici di famiglia, ai pediatri e agli ospedali. Ancora aperto, invece, il discorso relativo alla logistica e alla distribuzione di farmaci e vaccini nonché quello sugli acquisti ora in carico a Figliuolo, dai dispositivi di protezione individuale ai ventilatori polmonari. Tra le ipotesi avanzate a dicembre c’era quella di creare una struttura di missione ad hoc a Palazzo Chigi o un passaggio delle competenze dalla Struttura commissariale alla Protezione civile.