Ricorre oggi, lunedì 7 febbraio, la giornata nazionale contro il bullismo e cyberbullismo. Un’occasione preziosa per affrontare il tema con bambini e ragazzi, consentendogli di capire che esiste una via ‘uscita.
Infatti, uno dei problemi che rende difficilmente identificabile il problema è dato dal fatto che le vittime tendono a non parlarne, per paura di peggiorare la situazione o per sfiducia negli interlocutori adulti e nelle istituzioni.
Eppure, è importantissimo che un genitore si renda conto con tempestività e intervenga. Ma come capire se tuo figlio è vittima di bullismo?
Per parlare di bullismo bisogna che si verifichino tre condizioni:
- durata nel tempo: non basta un episodio, una lite a scuola, per parlare di bullismo; gli episodi si devono protrarre nel tempo;
- intenzionalità a ferire: il bullo manifesta la volontà di offendere fisicamente o psicologicamente la sua vittima, oppure a escluderla dal gruppo;
- asimmetria di potere: il bullo è in una posizione di forza fisica o psicologica; perché è più grande, più forte fisicamente, più popolare, ha un gruppo di amici più numeroso.
Quindi si può parlare di bullismo quando un bambino o un ragazzo è vittima, per un tempo prolungato (settimane o mesi), di prepotenze di vario tipo:
- verbali: prese in giro pubbliche, insulti, minacce;
- fisiche: calci, schiaffi, spintoni;
- strumentali: furti di denaro, corredo scolastico, merende, accessori come orologi, cellulari etc.
- sociali: isolamento dal gruppo, diffusione di false notizie o segreti personali.
Il bullo e la sua vittima sono i “protagonisti” di questa relazione, ma non sono i soli. Infatti partecipano al bullismo altre figure di secondo piano:
- i sostenitori, che aiutano e incitano il bullo senza agire in prima persona;
- gli aiutanti, i ragazzi che aiutano la vittima di bullismo, la difendono o la consolano;
- gli spettatori: chi, adulto e ragazzo, assiste o sa ma non dice nulla.
Queste figure di comprimari sono importanti: è su di loro che potrai agire più rapidamente per avere informazioni su tuo figlio o per interrompere i comportamenti.
Con l’avvento di smartphone e tablet in dotazione dei bambini fin dai primi vagiti, il fenomeno del bullismo è dirottato anche in rete, trasformandosi in cyberbullismo.
Il cyberbullismo è dunque un insieme di comportamenti aggressivi, protratti nel tempo e intenzionati a umiliare, ferire, escludere dal gruppo attuati attraverso gli strumenti digitali: chat, profili social, gruppi, telefonate anonime, video che girano incontrollati. Questa forma di bullismo digitale prende la forma di video, foto o screenshot privati fatti girare, di minacce o insulti su un gruppo whatsapp in cui la vittima viene ridicolizzata o costretta a tacere, di pagine Facebook o Instagram che hanno l’obiettivo di perseguitare il ragazzo o la ragazza.
Il cyberbullismo è anche più pericoloso del bullismo tradizionale. Infatti, di norma i genitori sono esclusi dalla vita digitale dei figli, e molto spesso non ne comprendono affatto le logiche. Anche il fatto che la vittima non sia mai al riparo dagli attacchi, che possono avvenire 24 ore su 24, peggiora di molto l’impatto psicologico.
Inoltre, dopo l’introduzione nei vari social network – soprattutto Instagram, ma anche Snapchat – delle storie i cui contenuti si cancellano dopo ventiquattr’ore, i ragazzi si sentono ancor più legittimati ad aggredire l’altro (hate speech) perché ancora più deresponsabilizzati. Si nascondono dietro a uno schermo, sono anonimi, le storie si cancellano.
Come abbiamo visto, il problema è che i ragazzi tendono a non confidarsi né con i genitori né con gli insegnanti. Hanno paura di fare gli “spioni” e di perdere anche l’aiuto dei loro aiutanti, i pochi ragazzi che li difendono e li proteggono.
Quindi, come capire se tuo figlio è vittima di bullismo? La cosa migliore è fare attenzione a una serie di cambiamenti nei suoi comportamenti e nelle sue abitudini:
- fa difficoltà per alzarsi dal letto
- non vuole andare a scuola
- manifesta difficoltà di concentrazione, si annoia subito, i voti a scuola peggiorano
- cambia strada per andare e tornare da scuola
- dorme male e fa brutti sogni
- cambia modo di mangiare (di più, di meno, in modo disordinato)
- ha frequenti crisi di pianto o di rabbia, è molto silenzioso e depresso
- noti sul corpo segni, graffi, lividi
- ha i vestiti sporchi e strappati
- accusa di frequente mal di testa, mal di stomaco, mal di pancia
- perde peso improvvisamente
- smette di uscire, ha meno amici o nessun amico
- “perde” spesso oggetti personali o del corredo scolastico
- chiede più soldi o più del solito
- torna a casa affamato
- scatta se qualcuno si avvicina al suo cellulare, o lo tiene nascosto
Se hai notato in tuo figlio questi cambiamenti puoi innanzitutto fare qualche indagine ulteriore. Parla con chi sta spesso con lui. Altri parenti, un amichetto d’infanzia: magari a loro ha detto qualcosa o anche loro hanno notato qualcosa di strano. Poi chiedi un colloquio con gli insegnanti.
Infine, cerca di affrontare il discorso direttamente con lui, ma con delicatezza.
Probabilmente a domanda diretta tuo figlio risponderà la verità e, una volta provato il sollievo di parlare con qualcuno, ti racconterà tutto. Tu fallo sentire supportato, non giudicare alcun suo comportamento e ascolta prima di dare consigli.
La prima cosa da fare è andare a scuola. Le scuole sono tenute ad azioni di prevenzione e di risoluzione di episodi di bullismo, secondo le Linee di Orientamento del MIUR . Il primo interlocutore deve essere l’istituzione scolastica. Secondo la legge contro il cyber bullismo 2017 ogni scuola deve anche avere un referente designato per affrontare i casi di bullismo e cyberbullismo.
Per segnalare gli episodi di bullismo cè anche una casella di posta: [email protected]. Il Ministero ha anche attivato un numero verde – 800 66 96 96 – dove tu o tuo figlio potrete domandare informazioni generali, chiedere come comportarsi in situazioni critiche ricevere sostegno.
Contemporaneamente, coinvolgi tuo figlio nell’eleborazione di una strategia condivisa. Stimolare una sua azione, anche se piccolo, serve a uscire dalla passività del “ruolo di vittima”. Per esempio, incoraggialo a chiamare il Telefono Azzurro al numero 1.96.96 (c’è anche una chat, attiva tutti i giorni dalle 16.00 alle 20.00), dove riceverà ascolto e consigli da parte di personale esperto.
Se tuo figlio o tua figlia sono state vittime di cyberbullismo e circolano foto o video che li riguardano, la nuova legge li protegge. Infatti si può richiedere la rimozione dei contenuti dalla rete e dai social network. Se tuo figlio ha meno di 14 annni lo devi fare tu, altrimenti può fare da solo. Se il gestore del sito ignora la vostra richesta, rivolgiti al Garante per la Privacy che è tenuto a intervenire entro 48 ore.