Dai coleotteri d’acqua fritti alle uova di mosca acquatica, giusto per citarne un paio, sono tantissime le varianti di insetti considerate delle autentiche leccornie negli altri continenti, ma presto l’entomofagia (regime dietetico che vede gli insetti come alimento) potrebbe attecchire anche in Europa.
Come riporta il report MeatAtlas2021, che dedica un capitolo al consumo di questi animali, in oltre 130 paesi e per circa 2 miliardi di persone, scarafaggi, vermi e grilli sono una parte tradizionale della dieta quotidiana, e questi alimenti forniscono preziose vitamine e minerali, insieme a molte proteine. In base al tipo di specie e allo stadio della vita (uovo, larva, crisalide o adulto) il loro apporto nutrizionale e dunque il loro contenuto di vitamine, di minerali o di Omega 3 e 6 varia.
Secondo il report, lo scarafaggio è l’insetto più mangiato al mondo, seguito dai bruchi. In terza posizione troviamo invece formiche, vespe e api. Vengono inoltre consumate cavallette, locuste, cimici, libellule, termiti, ragni, blatte e mosche.
Il Messico è il paese che detiene il record per il consumo di insetti, secondo il documento, i messicani consumano oltre 300 insetti ogni anno. In seconda posizione troviamo India, Cina e Tailandia il cui consumo si attesta tra i 200 e 299 insetti annuali.
Il report spiega che è da sempre largamente diffusa in Asia, in Africa e nell’America Centrale. In Europa e nell’America del Nord invece è un fenomeno abbastanza recente. Le persone che scelgono di consumare insetti lo fanno per ridurre l’impatto sul pianeta e per motivi etici, perché magari contrari al consumo di animali tradizionali. L’allevamento di insetti è più ecologico in quanto consuma meno acqua, spazio ed energia rispetto a quello di altre specie. Tuttavia, spiega il report, non vi è un accordo scientifico sull’effettiva sostenibilità di allevamenti intensivi di questo tipo. Questo perchè nei paesi in cui sono consumati abitualmente vengono principalmente cacciati in natura, quelli allevati rappresentano solamente il 2%.
Sebbene il fenomeno sia molto minore rispetto agli altri paesi, anche in Europa è possibile consumare piatti a base di insetti. Ad esempio in Sardegna e in Corsica da secoli viene prodotto il “casu marzu” che significa letteralmente formaggio marcio. È un pecorino prodotto in inverno, maturato per alcuni mesi che con l’arrivo della primavera e quindi del bel tempo diventa “marcio” con l’azione delle mosche e delle loro larve. In realtà la sua vendita è illegale non solo in Italia ma in tutta Europa per questioni sanitarie, tuttavia il formaggio è iscritto nella lista dei prodotti agricoli tradizionali, dunque, la produzione e il consumo personale sono permessi.
In seguito alla prima approvazione da parte dell’Ue nel maggio del 2021 del consumo di un insetto, la tarma della farina, sono nate in Europa piccole start-up che si occupano dell’allevamento e della produzione di prodotti a base di questi animali. Queste nuove aziende puntano sull’ “eticità” di questo mercato, infatti, il modo in cui gli insetti vengono abbattuti secondo il report non crea loro né dolore né stress, inoltre il loro stoccaggio e allevamento richiede meno energia. Queste start-up propongono vari prodotti prodotti tra cui barrette proteiche a base di vermi, burger di insetti e noodles a base di farina di insetti.