Lo scorso venerdì 16 aprile, il premier Mario Draghi ha sciolto i dubbi relativi alle prime misure che il governo intende adottare per attuare la ripartenza del Paese.
Resta la divisione dell’Italia in fasce di rischio, tornano le zone gialle, riaprono i bar e i ristoranti a pranzo e a cena, ma soltanto all’aperto.
Il 26 aprile inizierà il percorso graduale di riaperture che il premier Mario Draghi ha spiegato come un «rischio ragionato», rischio che il governo si è assunto sulla base dei dati scientifici e perché la crisi non è solo sanitaria, ma anche economica.
Prima che il cronoprogramma delle riaperture diventi ufficiale il governo dovrà concordare le nuove regole con le regioni e metterle nero su bianco nel prossimo decreto.
I dettagli da definire sono ancora tanti: dal numero di posti a sedere da consentire all’interno dei luoghi dello spettacolo alle norme del «pass» per la circolazione tra le regioni di colori diversi, oltre a regolamentare il ritorno tra i banchi degli studenti, scongiurando l’affollamento sui mezzi pubblici.
Dal 26 aprile ci si può spostare liberamente da una regione che si trova in fascia gialla a un’altra che si trova in fascia gialla. Per entrare o uscire da una regione in fascia arancione o rossa sarà, invece, necessario avere un «pass».
Nei prossimi giorni si decideranno i dettagli per capire se basterà un certificato o sarà necessario avere l’attestato della Asl che dimostri di aver effettuato un tampone negativo nelle 48 ore precedenti, oppure di essere stati vaccinati, oppure di aver avuto il Covid ed essere guariti.
La stessa regola non vale per chi arriva dall’estero.
Anche nel nuovo decreto dovrebbe essere confermata la quarantena di 5 giorni per chi rientra dai Paesi dell’Unione europea e 14 giorni per i Paesi extra Ue. Si potrà andare nelle seconde case anche se si trovano in fascia arancione o rossa. Chi è residente in fascia arancione non potrà uscire dal proprio Comune se non per motivi di lavoro, salute e urgenza. Chi è residente in fascia rossa non potrà uscire dalla propria abitazione se non per motivi di lavoro, salute e urgenza oppure per andare nei negozi che sono aperti.