Se nei giorni precedenti, in virtù del progressivo calo di contagi da covid-19, il governo era intenzionato ad allentare la stretta durante le festività natalizie, è altrettanto vero che il clima di distensione andato in scena durante il weekend ha imposto un brusco dietrofront. In tutte le città italiane si è registrato un boom di presenze tra le vie dello shopping: gli italiani manifestano la volontà di non rinunciare ad una passeggiata o al piacere di dedicarsi ai consueti acquisti natalizi e questo impensierisce gli esperti, costantemente occupati a monitorare la curva dei contagi.
Una nuova stretta delle misure anti-Covid verrà dunque introdotta in Italia in vista di Natale e Capodanno. Tra le ipotesi c’è anche una sorta di zona rossa nazionale, e il Cts chiede misure che possano introdurre una sorta di lockdown per le feste. La necessità di una nuova stretta, è stato spiegato dai tecnici, è legata all’impossibilità di un controllo capillare del territorio e da dati ancora “preoccupanti”, con un’incidenza dei nuovi casi ancora troppo alta.
Un mini-lockdown dal 24 dicembre al 7 gennaio oppure nei giorni festivi e prefestivi valido per tutto il paese: queste le ipotesi al vaglio del governo.
Un decreto improntato sulla falsa riga di quello introdotto in Germania: coprifuoco, chiusure anticipate dei negozi, stop alla libertà di movimento. Prevista la deroga per gli spostamenti tra piccoli comuni.
E’ in corso la riunione tra i capidelegazione della maggioranza con gli esperti del Comitato tecnico scientifico e i ministri Luciana Lamorgese, Francesco Boccia e Alfonso Bonafede. Al vaglio del governo la possibilità di portare l’Italia in zona rossa o arancione per otto giorni dal 24 dicembre al primo gennaio, oppure nei giorni festivi e prefestivi (24-27 dicembre, 31 dicembre – 2 gennaio e dal 5 al 7 gennaio, oppure direttamente dal 24 dicembre al 7 gennaio).
E’ già stato ribattezzato il mini-lockdown di Natale il nuovo decreto ministeriale che contemporaneamente potrebbe recepire anche la famosa deroga agli spostamenti nei piccoli comuni sotto i cinquemila o i quindicimila abitanti su base territoriale. Sul tavolo dell’esecutivo al vaglio interventi per fermare gli assembramenti nelle vie dello shopping e nei centri delle grandi città attraverso maggiori controlli; chiusure anticipate degli esercizi commerciali; coprifuoco potenziato con la stretta su bar e ristoranti, e limitazioni agli spostamenti tra regioni (che si interromperanno già dal 21 per effetto del Dpcm 3 dicembre) e all’interno dei territori.
Il governo dovrebbe consentire di uscire dai comuni al di sotto dei 5mila abitanti con un limite di raggio d’azione chilometrico (si parla di 20 o 30 chilometri) attraverso una mozione di maggioranza che verrebbe discussa e approvata mercoledì in Senato bocciando quella del centrodestra che invece punta a far saltare il blocco per tutti i comuni. Viene quindi data per acquisita la scelta di consentire una possibilità di spostamento il 25, 26 dicembre e l’1 gennaio fuori dal territorio comunale, a chi abiti nelle cittadini più piccole.
Oggi si deciderà se far scattare il provvedimento già il 19 e 20 dicembre – come vorrebbe l’ala rigorista del governo – o se invece slittare a ridosso del Natale.