Sono ben 116 i Paesi che chiedono un’indagine indipendente sull’emergenza coronavirus. Più di 100 Stati, dunque, capeggiati dall’Unione Europea, rivendicano la necessità di fare tutti gli approfondimenti necessari per una «migliore comprensione delle circostanze che hanno permesso a questa pandemia di svilupparsi».
Questo il tema centrale della giornata di apertura della 73esima assemblea annuale dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Quasi 5 milioni di contagi e più di 315mila morti: si sintetizza così la pandemia che ha tenuto in ostaggio per gli ultimi due mesi il pianeta e che continua a mietere vittime.
Nella bozza di risoluzione si richiede una «valutazione imparziale, indipendente ed esaustiva« della «riposta internazionale coordinata dall’Oms». Secondo gli estensori l’esame va avviato «al primo momento opportuno» e deve riguardare in particolare «l’efficacia del meccanismi a disposizione dell’Oms; il contributo dell’Oms agli sforzi dell’Onu; le azioni dell’Oms e la loro tempistica rispetto alla pandemia di Covid-19». La risoluzione, lunga sette pagine, contiene altre dieci richieste all’organismo guidato da Tedros Adhanom Ghebreyesus tra le quali continuare ad «aiutare i Paesi che ne facciano richiesta a sviluppare, applicare e adattare i piani per una risposta nazionale al Covid-19». E inoltre viene riconosciuta la necessità per tutti gli Stati di avere «un accesso tempestivo senza ostacoli, a strumenti diagnostici, alle terapie, ai medicinali e ai vaccini».
Una vera e propria resa dei conti fra la Cina e il fronte sempre più ampio degli Stati che pretendono chiarezza su come Pechino ha gestito i primi giorni della diffusione del SARS-CoV-2.
Dal suo canto, il presidente Xi Jimping ha approfittato del suo intervento per annunciare che la Cina investirà 2 miliardi di dollari nella lotta al coronavirus e che un eventuale vaccino cinese «sarà un bene mondiale». Xi ha inoltre chiesto che ogni indagine sia rinviata a dopo che la pandemia sarà terminata e ha rivendicato al suo paese di aver agito «con trasparenza».