L’emergenza povertà, scaturita dal lockdown e dalla quarantena, necessarie per scongiurare il rischio di contagio da coronavirus, ha messo a dura prova tantissimi cittadini.
Non pochi lavoratori che disponevano di un reddito sicuro, si sono ritrovati impossibilitati perfino a fare la spesa, durante il lockdown.
Nonostante l’avvio della fase 2 e la riapertura della maggior parte delle attività commerciali, la crisi continua per tanti cittadini. Tra Napoli e provincia si contano svariati negozi che non hanno riaperto e che non riapriranno, perchè definitivamente affossati dalla chiusura forzata, al culmine di una situazione già critica, in balia di debiti pregressi e finanze da riassestare.
Seppure il governo abbia garantito sussidi ed assistenza a tutte le categorie, in molti casi, le cifre elargite per aiutare famiglie e lavoratori in reale difficoltà, sono tristemente terminate nei portafogli sbagliati.
La quarantena dei “signori della droga” dell’isolato 2 del Rione De Gasperi di Ponticelli personifica i più clamorosi paradossi generati dall’emergenza coronavirus.
Sprezzanti del lockdown e delle normative anticontagio, i gestori di una delle piazze di droga più gettonate di Napoli est non hanno mai frenato il business. Tutto come da copione, anche nel bel mezzo dell’emergenza coronavirus, con i corrieri in scooter per effettuare le “consegne a domicilio”. Con le dovute cautele e muniti di mascherina, i pusher hanno puntualmente consegnato le dosi prenotate tramite sms inviati ai cosiddetti “telefoni usa e getta” in dotazione ai “business man” della piazza di droga sulla quale da anni le forze dell’ordine continuano a tenere i riflettori accesi.
Analogamente, al calar del sole, la consueta carovana di clienti a caccia di una dose ha continuato a riversarsi nel palazzo dedito all’attività di spaccio, producendo schiamazzi fino a notte fonda. Un clima esasperato dalla quarantena e reso invivibile dalla barbarie della criminalità, rivelatasi, per l’ennesima volta, capace di vivere nell’esclusivo rispetto delle regole dettate dalla sua logica.
Inoltre, le famiglie più disagiate del rione di edilizia popolare costruito nel secondo dopoguerra, hanno dovuto ingoiare altri due bocconi amarissimi.
A sfamare la famiglia del “capo” della piazza di droga dell’isolato 2 del Rione De Gasperi, S.R., che proprio per spaccio di stupefacenti ha già scontato una pena di 10 anni, non sono solo i proventi dell’attività di spaccio, ma anche i soldi dello Stato, grazie al reddito di cittadinanza.
Lo Stato, dunque, elargisce nelle casse di quella famiglia, una somma mensile pari al guadagno derivante da meno di un’ora di attività di spaccio.
Oltre al sussidio statale, quel nucleo familiare ha beneficiato anche del pacco alimentare distribuito dalla protezione civile. Un aiuto elargito per aiutare le famiglie che durante l’emergenza coronavirus manifestavano difficoltà nel procurarsi autonomamente i generi di prima necessità e che, invece, in questo caso, è finito sulle tavole di chi sui social sfoggia fotografie che raccontano una vita sfarzosa, contornata da orologi costosi e molto altro.
Seppure la sua non sia una famiglia impossibilitata a fare la spesa, dunque, pur di tenersi stretto l’alibi della povertà o forse solo per il sadico gusto di “spremere lo Stato nemico” fino all’ultima goccia, il capo di quella piazza di spaccio ha privato del pacco alimentare una famiglia realmente bisognosa, in un rione in cui la povertà la fa da padrona, a prescindere dagli ulteriori stenti e disagi introdotti dall’emergenza coronavirus.
Il tutto, infatti, si è consumato sotto gli occhi impassibili di famiglie indigenti che vedendo arrivare la protezione civile nell’ex bunker del clan Sarno con tanto di pacco alimentare tra le mani, non hanno potuto fare altro che inghiottire l’ennesimo boccone amaro in silenzio, vedendolo recapitare ad A.G., moglie del capo-piazza alla quale, di certo, non mancano i confort. Dalla donna delle pulizie al garzone che le consegna la spesa a domicilio, estetista e parrucchiere tutte le settimane, abiti, borse ed accessori griffati, vacanze in resort di lusso, costose cene al ristorante. Una vita ricca di sfarzo e sprechi, tutt’altro che ossequiosa della povertà che vive accanto, in un silenzio imposto dalla paura e non di certo dal rispetto.