Il lockdown sortisce anche effetti positivi. Incredibile, ma vero: il dato trapela dalla relazione pubblicata sul web istituzionale dell’Arpac Campania che evidenzia una prima valutazione di come le restrizioni agli spostamenti, in vigore nella regione a partire dal 10 marzo, stanno influendo sulla qualità dell’aria.
L’Agenzia ha analizzato i dati forniti dalla rete regionale di monitoraggio, in particolare i dati delle centraline delle cinque città capoluogo, relativi alle concentrazioni di polveri sottili (PM10 e PM2.5) e ossidi di azoto (monossido di azoto e biossido di azoto) a partire dal 25 gennaio fino al 25 marzo.
Le concentrazioni di biossido di azoto sono diminuite significativamente, ma in questo caso l’effetto della riduzione del traffico veicolare è meno evidente, in quanto le concentrazioni in atmosfera di questo inquinante dipendono maggiormente da una molteplicità di fonti emissive, oltre che dalle condizioni meteorologiche. La riduzione delle concentrazioni di questo inquinante risultano particolarmente marcate a Napoli, dove ha inciso di più la contemporanea contrazione di traffico navale e aereo, oltre che delle attività produttive.
Le condizioni di instabilità atmosferica registrate nella prima metà di marzo, e negli ultimi giorni, hanno favorito anche la dispersione delle polveri sottili. Invece, anche nella piena operatività delle misure restrittive, quando la situazione meteo è stata caratterizzata da condizioni poco dispersive, si sono registrate concentrazioni elevate di PM10, persino con sforamenti del limite di legge giornaliero, nonostante la consistente riduzione del traffico veicolare. Inoltre bisogna considerare che una aliquota significativa del PM10 presente in atmosfera deriva dal settore del riscaldamento civile, le cui emissioni potrebbero addirittura essere aumentate a seguito delle restrizioni.