“Il 20 febbraio sarà un giorno storico per Scampia, per Napoli e per il Paese”: queste le dichiarazioni del sindaco di Napoli Luigi de Magistris che ha annunciato l’abbattimento della Vela verde di Scampia previsto per giovedì 20 febbraio alle ore 11,30.
Il piano di abbattimento e riqualifica delle vele di Scampia è stato avviato dal comune di Napoli, contestualmente a quello del Rione De Gasperi di Ponticelli, dove, però, si procede a rilento e in assenza di risonanza mediatica.
Le Vele sono insediamenti ad uso abitativo realizzati tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, mentre il Rione De Gasperi di Ponticelli è insorto negli anni ’50, nel secondo dopoguerra, nell’ambito del piano Marshall, per assicurare un alloggio temporaneo agli sfollati del dopoguerra. Dovevano essere degli alloggi temporanei e, invece, quel rione osipta nuclei familiari da più di mezzo secolo ed è uno dei più decrepiti e fatiscenti dell’intera città di Napoli.
Diversa anche la struttura architettonica dei due rioni, mentre nel De Gasperi esistono ben 28 isolati, i sette edifici insorti a Scampia a forma di Vela, con un’altezza anche di 15 piani, furono costruiti in un’area individuata per lo sviluppo dell’edilizia economica e popolare. Le Vele di Scampia sono diventate simbolo di degrado e camorra in tutto il mondo: è lì che son state girate le celebri scene del film e della serie “Gomorra”. Il Rione De Gasperi, dal suo canto, per oltre un trentennio è stato la roccaforte del clan Sarno, una delle organizzazioni camorristiche più efferate della storia della periferia orientale partenopea che ha saputo estendersi fino ai comuni dell’entroterra vesuviano. Un clan che non ha conquistato la ribalta mediatica, ma che – al pari dei protagonisti della celeberrima faida di Scampia – ha disseminato morte e terrore lungo le strade del quartiere, concorrendo a generare nel Rione De Gasperi, lo stesso degrado che imperversa tra le Vele di Scampia.
Il piano di assegnazione del Rione De Gasperi presenta numerose criticità alle quali l’amministrazione non ha ancora saputo far fronte. In primis, un numero di nuovi alloggi insufficienti ad ospitare tutte le famiglie aventi diritto alla casa ancora costrette a vivere nel “vecchio” Rione De Gasperi e la presenza di famiglie non aventi diritto alla casa che occupano abitazioni che rientrano nel piano di abbattimento, oltre alla comprovata inagibilità della maggior parte degli isolati del rione. Completata l’assegnazione dei nuovi alloggi costruiti proprio di fronte alle rovine del vecchio rione, l’amministrazione non è ancora in grado di risolvere una serie di spinosi problemi:
- dove verranno costruiti i nuovi alloggi?
- Che fine faranno le famiglie non aventi diritto alla casa che vivono negli isolati che rientrano nel piano di abbattimento?
- A fronte delle tre Vele già abbattute a Scampia e alla vigilia dell’imminente abbattimento della quarta, quando verranno abbattuti, invece, gli “isolati-fantasma” del Rione De Gasperi di Ponticelli?
- Quale destino si prospetta per le famiglie aventi diritto alla casa che vivono negli isolati del Rione De Gasperi di Ponticelli che non rientrano nel piano di abbattimento?
Inoltre, mentre in vista dell’imminente abbattimento la Vela Verde è già stata svuotata e gli occupanti hanno trovato alloggio in nuove costruzioni realizzate nella stesso quartiere, nel Rione De Gasperi di Ponticelli, come denunciato nei giorni scorsi, le “case murate” degli isolati che rientrano nel piano di abbattimento, sono state occupate abusivamente da diversi nuclei familiari.
Delle sette Vele di Scampia, tre sono state demolite dal 1995 al 2003. La Vela Verde è la quarta ad andare incontro allo stesso destino. Più della metà delle sette Vele di Scampia, dunque, sono già state abbattute, mentre i 28 isolati del Rione De Gasperi di Ponticelli sono ancora intatti, malgrado il fatiscente stato di inagibilità e la massiccia presenza di amianto.
Un successo favorito ed agevolato dall’insorgenza del “comitato Vele di Scampia” che ha consentito agli abitanti delle Vele di convergere in un movimento unico e coeso, capace di combattere per il diritto alla casa, talvolta anche intraprendendo iniziative forti. Non è accaduto lo stesso nel Rione De Gasperi di Ponticelli, dove a prevalere è la “logica dell’io” che impedisce ai nuclei familiari di unirsi nella lotta per fronteggiare un obiettivo comune.
Un insieme di fattori, dunque, ha concorso a delineare una situazione di netto divario tra due realtà ugualmente critiche, nonostante la situazione nel Rione De Gasperi di Ponticelli sia molto più compromessa rispetto a quella che si respira nelle Vele di Scampia, dove il piano di abbattimento è già in fase avanzata, mentre nel rione di Napoli est è ancora fermo al palo.
E’ proprio il caso di dirlo: mentre a Scampia il piano di abbattimento naviga “a gonfie Vele”, il Rione De Gasperi di Ponticelli è ancora “in alto mare”.