I disturbi alimentari in Italia riguardano circa tre milioni di persone, per lo più giovani e giovanissimi, e oltre il 95% sono donne. Un problema non facile da ammettere e da individuare, talvolta anche per i professionisti del settore, e questo rende difficile diagnosticare il disturbo ed avviare il percorso terapeutico necessario per ripristinare delle abitudini alimentari normali.
Per questo motivo al Pronto Soccorso è stato introdotto il Codice Lilla, un iter pensato appositamente per accogliere al meglio chiunque si presenti con ogni sfumatura di questo disturbo e avviare immediatamente un percorso terapeutico mirato.
La novità è emersa dal Tavolo di lavoro specifico coordinato dal Ministero della Salute, che ha elaborato le Raccomandazioni per interventi in Pronto Soccorso con un Codice Lilla e le Raccomandazioni per i familiari, entrambe fortemente sollecitate dalle associazioni dei familiari e dagli operatori sanitari, desiderosi di riferimenti in una tematica dove ancora oggi, purtroppo, esiste una estrema disomogeneità di cura e trattamento sull’intero territorio nazionale.
Il lilla è il simbolo da oltre 30 anni della lotta ai disturbi alimentari in tutto il mondo.
La novità è emersa dal Tavolo di lavoro specifico coordinato dal Ministero della Salute, che ha elaborato le Raccomandazioni per interventi in Pronto Soccorso con un Codice Lilla e le Raccomandazioni per i familiari, entrambe fortemente sollecitate dalle associazioni dei familiari e dagli operatori sanitari, desiderosi di riferimenti in una tematica dove ancora oggi, purtroppo, esiste una estrema disomogeneità di cura e trattamento sull’intero territorio nazionale.
Il lilla è il simbolo da oltre 30 anni della lotta ai disturbi alimentari in tutto il mondo.
Chi arriva in Pronto Soccorso, in qualunque condizione, ha bisogno per prima cosa di essere rassicurato e sentirsi accolto in una situazione di collaborazione e appoggio. Per questo nel documento si parla del ruolo fondamentale giocato soprattutto dagli infermieri che spesso rappresentano il primo interlocutore del paziente e che quindi devono possedere grandi capacità relazionali e comunicative necessarie all’ascolto, al sostegno emotivo e alla costruzione di un rapporto di fiducia reciproca. Dopo aver raccolto i dati e identificato i bisogni di salute della persona, raccontati anche da parenti o eventuali accompagnatori, un colloquio preferibilmente individuale con il medico è in grado di stabilire se siano in essere comportamenti riconducibili ai disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, accertabili poi con la verifica di alcuni parametri fondamentali come misurazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca e respiratoria, temperatura corporea, e misurazione dell’altezza, del peso e dell’IMC.
Quando la diagnosi parla chiaro il passo successivo è stabilire se le criticità siano tali da mettere a grave rischio la salute fisica o psichica del paziente e quindi necessitare di intervento già in Pronto Soccorso; oppure basti indirizzarlo alla più vicina struttura specialistica per una valutazione più approfondita e la definizione di un programma di trattamento, tenendo conto delle difficoltà e delle resistenze di molti ad accettare di avere un problema ed essere bisognosi di aiuto.
Quando la diagnosi parla chiaro il passo successivo è stabilire se le criticità siano tali da mettere a grave rischio la salute fisica o psichica del paziente e quindi necessitare di intervento già in Pronto Soccorso; oppure basti indirizzarlo alla più vicina struttura specialistica per una valutazione più approfondita e la definizione di un programma di trattamento, tenendo conto delle difficoltà e delle resistenze di molti ad accettare di avere un problema ed essere bisognosi di aiuto.
Un malessere che dilaga e che si traduce in alcune forme patologiche, molto spesso ignorate dalla maggior parte delle persone.
Anoressia Nervosa: chi ne soffre limita drasticamente l’assunzione di cibo e ha un’intensa paura di ingrassare nonostante sia sottopeso o stia dimagrendo vistosamente. Ai comportamenti di restrizione alimentare si possono aggiungere grande assunzione di cibo, vomito autoindotto, esercizio fisico eccessivo, uso improprio di farmaci lassativi e diuretici. Nelle donne il ciclo mestruale è perlopiù assente.
Bulimia Nervosa: sono ricorrenti gli episodi di abbuffata caratterizzati dall’ingerire, in un periodo definito di tempo, una quantità di cibo significativamente maggiore rispetto alla norma. Ad accompagnarli, la sensazione di perdere il controllo durante l’episodio e la messa in atto di condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso come vomito autoindotto, uso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
Disturbo da Binge-Eating: in questo caso le abbuffate non sono seguite da azioni compensatorie. Si accompagna spesso a sovrappeso o obesità e può associarsi alla sindrome metabolica.
La mappa dei servizi e delle associazioni specificamente dedicate al trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare è consultabile al sito www.disturbialimentarionline.it o chiamando il Numero Verde SOS DA 800180969.
ADVERTISEMENT