Pasqua, con i suoi sapori e le sue tradizioni, è ormai alle porte e sempre più chef ed esperti in gastronomia amano proporre accanto alle portate intramontabili, come la pastiera e il casatiello, piatti più originali e innovativi.
“Tra i tipici primi pasquali c’è il vasto mondo della pasta all’uovo, lasagne in primis: con il ragù di agnello o il tradizionale ragù. – spiega Mimmo il pastaio, proprietario de “Il Tortellino pasta fresca“, tra i leader più autorevoli del settore da circa 40 anni – Molto amati sono anche i conchiglioni ripieni di ricotta e gratinati al forno con sugo, ragù o besciamella.
La ricotta è un ingrediente principe dei piatti pasquali che molto spesso viene proposto come farcitura dei ravioli da condire con un corposo ragù che ben si sposa con la seconda portata a base di carne.
Tra i primi pasquali tradizionali non si può non citare la minestra maritata, piatto tipico del menù di Pasqua del pranzo napoletano: una zuppa a base di carni miste e verdure, piatto figlio della cucina povera, preparato in antichità utilizzando gli scarti della carne e le erbe spontanee.
Dall’unione tra carne e verdura nasce un piatto tipico della cucina popolare napoletana, immancabile sulle tavole partenopee in occasione delle feste comandate, Natale e Pasqua in primis.
Nella pentola della minestra maritata a “maritarsi”, quindi a sposarsi, sono tante verdure e vari tipi di carne. Come ogni ricetta della cucina popolare, non esiste una versione univoca, ma ogni famiglia ha la sua. La variabilità è legata anche alla possibilità di non trovare, di volta in volta, un ortaggio piuttosto che un altro. L’importante è mantenere il giusto equilibrio tra i sapori dei diversi ingredienti. Proprio in questo consiste l’arte del saper cucinare la minestra maritata.
Quella originale era una ricetta figlia della “fame”, si faceva con verdure anche spontanee e con gli scarti della carne. Il risultato era una minestra un po’ grassa, ma molto nutriente, degna di rendere speciale e più saporito il festeggiamento di un giorno speciale. La versione attuale prevede l’utilizzo di carni più magre e di ortaggi facili da reperire, tranne le torzelle che vengono coltivate quasi esclusivamente in Campania.
Il procedimento per preparare la minestra maritata non è complicato, ma richiede molto tempo e pazienza, specialmente per quel che riguarda le verdure, che devono essere preparate singolarmente. Per questo è sempre più difficile trovarla sulle tavole dei napoletani o nei ristoranti del capoluogo campano, anche se rimane uno dei piatti tipici delle festività.
In ogni caso, a prescindere dal primo piatto che si desidera servire a tavola nel giorno di Pasqua, le basi non si toccano: verdure, primavera, leggerezza e golosità sono capisaldi della tradizione legati a questo giorno di festa.”