L’Italia è ancora sotto choc per la vicenda che vede come protagonista e carnefice il carabiniere Luigi Capasso, l’uomo artefice di quella che è stata ribattezzata “la strage di Cisterna di Latina” che si è barricato in casa sparando prima alla moglie, poi alle figlie e infine si è suicidato.
Nell’abitazione di Capasso i militari hanno ritrovato una busta di carta grande. All’interno il carabiniere aveva riposto altre cinque buste più piccole ognuna delle quali era indirizzata ad uno dei suoi famigliari. In queste missive l’uomo si è rivolto ai genitori, ai quali ha spiegato le ragioni del suo gesto, e ai suoi fratelli.
Gli esposti di Antonietta, la donna dalla quale si stava separando e la telefonata al 113 lo scorso gennaio sono stati la causa scatenante del suo odio e le motivazioni che lo avrebbero indotto ad architettare il piano che lo scorso mercoledì ha messo in pratica.
Capasso non si è limitato a spiegare ai suoi cari il perché dello sterminio della sua famiglia, non lasciando spazio a dubbi in merito alla premeditazione del suo gesto che non permette più all’alibi del “gesto folle e scriteriato” di trovare attendibilità e riscontro.
Capasso, inoltre, ha dato indicazioni in merito alla gestione di tutte le questioni che sarebbero rimaste in sospeso con la sua morte. Un vero e proprio testamento che delinea la lucida pianificazione della carneficina che ha compiuto. Il carabiniere aeva pianificato tutto così alla perfezione che nelle buste sono persino stati ritrovati degli assegni. Si tratta di alcuni lasciti per i fratelli. Aveva deciso che ad ognuno di loro spettasse una parte del denaro che ancora aveva a disposizione.
In una busta è stato ritrovato un assegno da 10.000 euro che il carabiniere omicida aveva destinato al pagamento dei suoi funerali, ma anche di quelli della moglie e delle figlie.
Il suo funerale previsto nella chiesa Missionari dei Sacri Cuori, a Secondigliano è stato annullato: niente messa in chiesa. La salma è stata benedetta in forma privata nel cimitero di Poggioreale. Nessuna decisione sulle esequie è stata adottata dalla Questura di Napoli che fa sapere che la scelta di non far giungere il feretro, come previsto, nella chiesa di Secondigliano, è stata adottata dai familiari del carabiniere.
Alla vista del feretro dall’obitorio, i napoletani hanno dato libero sfogo ai sentimenti di indignazione e condanna nutriti nei confronti dell’omicida delle sue figlie: la bara del carabiniere è stata riempita di insulti e sputi.
Intanto l’arma dei carabinieri ha disposto una “rapida” inchiesta, tesa ad accertare i fatti “con puntualità e trasparenza” verificando “se le autorità gerarchiche e sanitarie competenti a valutare il comportamento e la condizione psicofisica dell’appuntato Luigi Capasso avessero elementi sufficienti per prevedere quanto purtroppo è accaduto, nonché se sia stato fatto tutto ciò che la legge consentiva a tutela della consorte e, per estensione, dell’intero nucleo familiare”.
L’esame esterno dei corpi eseguito sul corpo delle figlie Martina 7 anni, e Alessia, 13 anni.
Secondo i primi riscontri, Martina è stata uccisa nel sonno: il suo corpo è stato infatti trovato ancora sotto le coperte. Il corpo di Alessia è stato invece trovato poco distante dal letto: è probabile che quindi la ragazzina sia stata svegliata dal rumore del primo sparo in casa – se, come sembra, la prima a morire è stata Martina nella sua cameretta – e si sia istintivamente alzata. E ancora assonnata potrebbe aver mosso alcuni passi. Incrociando quindi il padre.
Il carabiniere di Cisterna di Latina ha lasciato un assegno da 5mila euro anche
alla donna con cui aveva una relazione, la sua amante, mentre Antonietta Gargiulo, l’unica superstite, ancora sedata in ospedale, non sa ancora della morte delle figlie. Sottoposta a un intervento alla mascella sinistra, colpita da un proiettile, ed è ancora ricoverata nella terapia intensiva dell’ospedale San Camillo, il decorso operatorio dell’unica superstite della strage compiuta da Luigi Capasso è buono e la prognosi rimane riservata.