La pizza è Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità: ad annunciare l’ambito riconoscimento dell’Unesco per l’unica candidatura italiana il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, dopo un lungo iter di negoziati internazionali. Una mobilitazione senza precedenti avvenuta attraverso la raccolta di due milioni di firme promossa dall’Associazione Pizzaioli Napoletani, la Fondazione Univerde, la Coldiretti e il Cna. E così da oggi si parlerà di “Arte del pizzaiuolo napoletano” come di quell’insieme di segreti e gesti che i pizzaiuoli partenopei custodiscono e tramandano da secoli, un’arte antica che parte dalla preparazione e lievitazione dell’impasto, allo staglio dei panetti, allo schiaffeggiare il disco per stenderlo, fino alla cottura nell’apposito forno a legna con la bocca a mezzaluna.
Un’arte e un cibo che hanno conquistato il mondo: in testa tra gli amanti della pizza gli americani mentre in Europa primeggiano gli italiani. Da oggi l’arte dei pizzaioli napoletani diventa il settimo “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco” italiano insieme a la Dieta Mediterranea e allo Zibibbo di Pantelleria, segnale dell’attenzione sempre maggiore che si sta dando e si darà all’alimentazione, e infatti il 2018 sarà l’anno internazionale del cibo italiano nel mondo.
Napoli sarà ufficialmente la patria della pizza, un cibo semplice che da sempre ha unito tutti e non è un caso se la creatività dei maestri pizzaiuoli napoletani ha reso un semplice disco bianco un cibo così straordinario pur nella sua semplicità.