Il gip Claudio Marcofido ha archiviato le posizioni del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e dell’assessore alle Politiche urbane, Carmine Piscopo, rispetto al crollo di parte della Galleria Umberto che causò, tre anni fa, la morte del giovane Salvatore Giordano. Il procedimento nei confronti del sindaco, difeso dagli avvocati Stefano Montone e Elena Lepre, era scaturito da un esposto presentato dai legali della famiglia della vittima. Il giudice, condividendo le richieste avanzate dal pubblico ministero e quelle dei difensori del primo cittadino, ha ritenuto insussistenti le ipotesi relative a presunte omissioni da parte del sindaco e dell’assessore. Per il giudice l’evento non rientra ”nell’area di rischio sottoposta alla sua gestione”.
La Procura della Repubblica di Napoli, in seguito alla caduta dei calcinacci dalla Galleria Umberto I di Napoli che provocarono la morte del 14enne, emisero 45 avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Salvatore Giordano. I reati ipotizzati sono omicidio colposo e crollo colposo.
Tra i destinatari figuravano tre funzionari dell’ufficio tecnico del Comune di Napoli, nonché amministratori e proprietari di locali dell’ala della galleria interessata dal crollo.
Gli inquirenti, per far luce sulla vicenda, hanno lavorato su due fronti: da un lato l’accertamento delle responsabilità relative alla manutenzione della facciata dove si è verificato il crollo, dall’altro si valuta l’ipotesi di eventuali omissioni in considerazione del fatto che nei mesi precedenti si era verificata la caduta di calcinacci dagli stucchi decorativi, che non avevano provocato danni ai passanti, ma avevano determinato per alcuni giorni il transennamento dell’area sottostante. A tale proposito i carabinieri hanno acquisito una serie di documenti, fotografie e filmati, anche presso le redazioni di organi di informazione. La morte del ragazzo ha provocato sgomento e commozione in città. Sul tratto di marciapiede di via Toledo, dietro le transenne, molti passanti hanno deposto mazzi di fiori e biglietti con messaggi dedicati alla giovane vittima.
Fiori bianchi e calcinacci: questa l’immagine che più di ogni altra immortale l’incidente in cui ha perso la vita il giovane Salvatore. Antonio Esposito, uno degli esercenti chiuse le serrande dei suoi negozi in Galleria, esponendo dei cartelli con la scritta “Addio Salvatore, mi sento indignato”, senza aspettare il giorno del lutto cittadino disposto dall’amministrazione comunale.