Oggi, 16 aprile 2017, nel giorno di Pasqua, è morto un pezzo della storia della tv italiana: si è spento a Roma, all’età di 84 anni, Gianni Boncompagni.
Nato ad Arezzo il 13 maggio 1932, è stato tra i grandi innovatori dello spettacolo italiano con Renzo Arbore, autore e conduttore di storici successi radiofonici come Bandiera gialla e Alto gradimento, e poi autore e regista di Pronto Raffaella?, Domenica In, Non è la Rai, Carramba.
A dare l’annuncio all’Ansa le figlie Claudia, Paola e Barbara: “Dopo una lunga vita fortunata, circondato dalla famiglia e dagli amici se n’è andato papà, uomo dai molti talenti e padre indimenticabile”.
Dopo aver rivoluzionato il linguaggio radiofonico negli anni ’60 e ’70 con Bandiera gialla e Alto gradimento, complice l’amico di sempre Arbore, nel 1977 Boncompagni debutta in tv con Discoring. Poi arriva Pronto, Raffaella? (1984), condotto da Raffaella Carrà, di cui è stato pigmalione e fidanzato decennale e Pronto, chi gioca? (1985), condotto da Enrica Bonaccorti e poi realizza tre edizioni di Domenica in.
Nel 1991 il passaggio a Mediaset, con Primadonna condotto da Eva Robin’s e soprattutto Non è la Rai, programma con cui lancia Ambra Angiolini che diventa l’idolo dei teenager. Tornato alla Rai, nel 1996-97 firma due edizioni di Macao (la prima con Alba Parietti, poi esclusa), mentre la seconda edizione chiude per bassi ascolti. Ugualmente sfortunata l’esperienza di Crociera. Nel 2002 il rilancio con il Chiambretti c’è di Piero Chiambretti, tra informazione e varietà, poi tra il 2007 e il 2008 dirige e conduce Bombay su La7.
Papà della tv leggera, intelligente e imprevedibile, Boncompagni firma hit musicali come Ragazzo triste di Patty Pravo e Il mondo, successo mondiale lanciato nel 1965 da Jimmy Fontana, nonché tutte le hit di Raffaella Carrà, da ‘Tuca tuca’ a ‘Tanti auguri’ a ‘A far l’amore comincia tu.
“Gianni Boncompagni è stato un pilastro, ha segnato la storia della radio e della tv”, dice affranto Pippo Baudo apprendendo la notizia della scomparsa di “un grande amico. Con ironia e creatività ha rivoluzionato la radio con Renzo Arbore, con Alto gradimento che era una trasmissione modernissima. Penso ai tanti personaggi che ha inventato. Poi, quando si è dato alla tv – ricorda Baudo – ha portato la sua cifra anche sul piccolo schermo. E’ stato un grande scenografo, un eccezionale regista, un abile creatore di effetti. E non dimentichiamo che ha scritto anche tante nelle canzoni”. Boncompagni, sottolinea ancora Baudo, “è stato un talento multiforme, sempre spiritoso, ironico e autoironico. Negli ultimi tempi aveva scoperto il fascino della musica classica, aveva una discografia ricchissima, ascoltava von Karajan seguendolo su uno schermo gigante. La tv di oggi non gli interessava più, non la guardava, non era nelle sue corde”.
“Nel ricordo di Gianni Boncompagni, penso agli anni trascorsi insieme lavorando in radio, alla sua intelligenza e alla sua ironia”, ha dichiarato Maurizio Costanzo una volta appresa la notizia della morte di Boncompagni.