Scene da guerriglia urbana, altro che protesta civile: carica della polizia contro i manifestanti lungo via Giulio Cesare a Napoli. Camionette della polizia e agenti a passo di corsa contro oltre un centinaio di manifestanti e con il volto coperto che hanno ingaggiato un fitto lancio di oggetti e fumogeni contro le forze dell’ordine. Lo scontro, molto violento, è proseguito lungo via Giulio Cesare per diversi metri.
Gran parte del corteo pacifico è disperso. In strade solo i facinorosi. Una camionetta dei carabinieri, che si era fermata, è stata assaltata da un gruppo di manifestanti con mazze. Aria irrespirabile per l’alto numero di lacrimogeni sparati dalle forze dell’ordine.
Dopo gli scontri via Giulio Cesare è un tappeto di cocci di bottiglie infrante, cassonetti dei rifiuti divelti e immondizia data alle fiamme.
Piena di pozzanghere d’acqua dove sono intervenuti gli idranti. Abbattuta anche una transenna che delimitava dei lavori in corso per la riqualificazione dei marciapiedi. Una lunga fila di camionette di polizia e carabinieri con i lampeggianti accesi aiuta il cordone di forze dell’ordine ad allontanare sempre più verso la galleria i facinorosi. Un elicottero sorvola la zona. I vigili del fuoco sono impegnati a spegnere i piccoli roghi creati dai manifestanti.
Il corteo sembrava sciolto, ma il centinaio di violenti incapucciati e vestiti di nero sembra essersi diviso in due frange, una delle quali è risalita lungo via Consalvo, strada attraverso la quale si può tornare indietro su via Terracina e tentare di entrare di nuovo nella Mostra d’Oltremare. Davanti alla galleria laziale camionette delle forze dell’ordine e agenti in tenuta antisommossa. Durante gli scontri, una parte di viale Augusto è stata riaperta al traffico dopo il passaggio del corteo e lacrimogeni e petardi sono volati anche mentre passavano auto con famiglie a bordo.
Nei contatti fisici tra manifestanti contro Salvini e polizia e carabinieri ci sarebbero stati alcuni contusi, da entrambe le parti.
Un folto gruppo di persone che si trovava al corteo della manifestazione anti-Salvini a Napoli si è staccato e, con i volti coperti da sciarpe, cappellini e cappucci e maschere nere di Pulcinella, ha acceso fumogeni prima di cominciare a lanciare bombe carta contro la polizia.
Poco dopo è iniziato anche un fitto lancio di sanpietrini. L’attacco della frangia più violenta nella manifestazione anti-Salvini ha bersagliato il cordone delle forze dell’ordine con camionette schierate davanti alla Mostra d’Oltremare che ha risposto con lancio di lacrimogeni e cariche I lanci sono partiti da un folto gruppo da persone vestite incappucciate di nero. Tra i manifestanti infatti, oltre ad una ruspa con attaccato un manifesto che raffigura la faccia di Salvini, ad un certo punto sono spuntati i black-bloc.
Verso le 19, la guerriglia urbana è terminata. Le persone fermate dalle forze dell’ordine sono, al momento, cinque.
La strada, e la zona circostante gli scontri è ridotta a un vero e proprio campo di battaglia. Durante la fuga i manifestanti hanno continuato a lanciare oggetti e sassi all’indirizzo delle forze dell’ordine. La situazione è tornata lentamente alla normalità dopo che per tutto il pomeriggio, i commercianti avevano abbassato le saracinesche con la gente che, terrorizzata, chiedeva rifugio.
Nell’area della protesta, tra lanci di lacrimogeni e sassi, sono state distrutte autovetture, incendiati e ribaltati in strada i cassonetti dei rifiuti, divelti segnali stradali mentre sono comparse scritte contro la Polizia e contro il fascismo.
Oltre duemila persone hanno partecipato al corteo organizzato da centri sociali, comitati e associazioni. Ad aprire il corteo una grande ruspa. In piazza anche assessori comunali della giunta de Magistris.
Matteo Salvini è entrato nel Palacongessi alla Mostra d’Oltremare per tenere il suo comizio verso le 16 con in sottofondo la canzone degli Stadio “Ho bisogno di voi”.
“Mi auguro che tutti a Napoli trovino il senso della misura e anche della serietà istituzionale”. Ha affermato Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania. “Permettetemi di manifestare a nome del Partito Democratico la solidarietà all’onorevole Matteo Salvini. Ed esprimo solidarietà alle forze di polizia, ai carabinieri”. Lo ha detto Vincenzo De Luca dal palco del Lingotto. “In questo momento a Napoli sono in corso degli scontri alimentati da centri sociali e forze estremistiche che tentano di impedire a Salvini di parlare. Salvini ha diritto di parlare”, ha aggiunto il presidente della Regione Campania.
“Folle quanto sta accadendo a Napoli. Chi istiga la protesta o peggio mette a rischio la sicurezza di tutti per impedire ad un politico di parlare non sa cosa sia la democrazia”. Lo scrive su Facebook Giovanni Toti, presidente della regione Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi.
“Vorrei riproporre – ha affermato all’Ansa il sindaco Luigi de Magistris – le immagini del corteo: un fiume di diecimila persone che partecipavano ad una manifestazione pacifica, dove prevalevano unicamente l’orgoglio dei napoletani, l’ironia e il forte contenuto politico dell’iniziativa. Le immagini finali feriscono la potenza politica di quella manifestazione, dagli alti contenuti democratici. Prendo le distanze dai violenti che non incarnano lo spirito autentico, pacifico, della città che io rappresento”.
La colpa, ha spiegato il sindaco è “di chi ostinatamente non ha voluto ascoltare il messaggio di buon senso del sindaco e dell’amministrazione. Noi non abbiamo mai detto ‘no Salvini a Napoli’. Il sindaco ha semplicemente espresso la contrarietà ad un’iniziativa assolutamente inopportuna: la presenza alla Mostra d’Oltremare, in un luogo dell’amministrazione o comunque riconducibile all’amministrazione, di un esponente politico, Salvini appunto, che si è distinto per apologia del fascismo, atteggiamenti xenofobi e razzisti. E che, all’insegna dello slogan ‘Napoli colera’, ha fatto della sua vita politica un atto di fede contro Napoli e il sud. Ma qualcuno non ha voluto sentire ed ha alzato a dismisura il livello dello scontro. Salvini avrebbe potuto benissimo essere a Napoli e fare la sua propaganda politica xenofoba e razzista in un altro luogo privato, non riconducibile all’amministrazione. Non ci sarebbe stata l’imposizione nei miei confronti, che ho solo difeso la città.
Per me parlano i miei trascorsi di non violento, di magistrato, di napoletano orgoglioso di esserlo e al servizio della gente. Proprio per questo anche oggi, come sempre, prendo le distanze da ogni forma di violenza. Napoli ha mille problemi e non aveva proprio bisogno di queste tensioni”.
De Magistris ha così spiegato la sua assenza al corteo: “Non era il corteo del sindaco. Era stato indetto da pezzi della città vera, ed è stato un corteo molto bello. Fino a quando episodi violenti hanno sporcato la forza politica di quell’iniziativa. E’ assolutamente necessario distinguere tra i veri napoletani e i violenti che nulla a che fare con Napoli e la sua storia”.