La lunga esperienza sviluppata a livello regionale e nazionale nella gestione e nella tutela dei beni culturali e la profonda conoscenza della storia e della cultura del Mezzogiorno, hanno permesso a Mercurio di accostarsi con entusiasmo alla sfida di dirigere la biblioteca napoletana, conosciuta come importante presidio scientifico nel contesto accademico e di studi internazionale. Mercurio è già al lavoro per rilanciare il dialogo permanente e partecipato della Biblioteca con la città, con il territorio, con le diverse espressioni della società civile. Tra i progetti immediati del neodirettore vi è ottimizzare risorse e professionalità in modo funzionale al potenziamento dei servizi, dell’offerta di lettura e di consultazione, ma mirato all’ interazione con la collettività “viva” ed a valorizzare la libertà di espressione e di opinione .
“La Biblioteca Nazionale di Napoli è uno scrigno inesauribile di cultura e conoscenza ma anche di bellezza per le espressioni d’arte custodite – commenta Francesco Mercurio – preziosi autografi dei maggiori autori della letteratura italiana da Tasso a Leopardi ad Ungaretti, manoscritti di raro valore da Tolomeo a Vico, una collezione come quella dei Papiri di Ercolano unica al mondo, sale affrescate di armoniosa eleganza: si tratta di un patrimonio inimmaginabile, spesso noto solo agli addetti ai lavori, tutto da scoprire e sul quale voglio accendere il focus della città e del paese”.
Francesco Mercurio, nato a Foqgia nel 1954, si è laureato in Filosofia presso l’Università di Salerno (con 110 e lode). È stato direttore della Biblioteca Provinciale di Foggia, dell’Archivio Storico provinciale e del Sistema Museale Provinciale, una complessa realtà di circa 53 biblioteche, caratterizzata da importanti fondi di storia locale. Storico di formazione ha lavorato con diverse università. In particolare dal 1997 al 2003 è stato docente a contratto presso l’istituto Universitario di Architettura di Venezia Facoltà di Pianificazione Urbanistica e Ambientale per il corso di Storia delle città e del territorio.
Si è prevalentemente e interessato al rapporto fra gli uomini ed il loro territorio. Questa particolare predisposizione alla ricerca “di confine” gli ha permesso dì indagare nei suoi primi venti anni di indagine storiografica una serie di dinamiche che hanno caratterizzato la formazione della società capitalistica nel Mezzogiorno d’Italia, prendendo proprio spunto dal complesso è difficile rapporto con il territorio e con quello che è stato definito ‘paesaggio agrario’. Da studi di settore è giunto a sistemazioni più generali che hanno qualcosa in comune con la storia dell’ ambiente fino alla formulazione di una ipotesi di lettura politica e sociale delle diverse storie del paesaggio in Europa occidentale fra Cinquecento e Novecento.
Accanto a questo filone che ha per oggetto o la storia della “cultura” del territorio e del paesaggio ha seguito percorsi paralleli collegati all’ uso economico del territorio con studi analisi sul processo di trasformazione del territorio italiano(riforma agraria, ferrovie, strade). Autore di molte pubblicazioni, alcuni suoi lavori sono stati editi presso Marsilio, Laterza, Donzelli, Einaudi. Organizzatore ed animatore del sistema bibliotecario provinciale,è stato dal 2005 al 2011 presidente regionale dell’ Associazione Italiana Biblioteche Pugliese ed è componente del Comitato tecnico scientifico del Servizio Bibliotecario Nazionale presso l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
E stato uno dei fondatori dell’ Istituto Meridionale di Scienze Sociali ( IMES) ed è socio della ESEH (EuropeanSociety of Environmental History).