La Procura di Roma ha contestato il reato di omicidio preterintenzionale ai tre carabinieri che arrestarono il geometra romano Stefano Cucchi: Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, secondo l’accusa, sarebbero loro ad aver colpito dopo l’arresto il giovane, con “calci, schiaffi e pugni provocando una rovinosa caduta a terra con l’impatto al suolo della regione sacrale”. Le accuse di falso e calunnia oltreché a Francesco Tedesco sono contestate al maresciallo Roberto Mandolini comandante della stazione Appia, dove dopo l’arresto Cucchi fu portato, mentre la calunnia è stata contestata al carabiniere Vincenzo Nicolardi.
Oltreché di omicidio preterintenzionale i tre carabinieri sono accusati anche di abuso di autorità per aver costretto Cucchi a subire “misure di rigore non consentite dalla legge” con l’aggravante di aver commesso il fatto per futili motivi riconducibili alla resistenza posta in essere da Cucchi al momento del fotosegnalamento presso i locali della compagnia di Roma Casilina, dove dopo l’arresto era stato successivamente trasferito.
Nel provvedimento di chiusa inchiesta il magistrato scrive che “le lesioni procurate a Stefano Cucchi – il quale, tra le altre cose, durante la degenza presso l’ospedale Sandro Pertini subiva un notevole calo ponderale, anche perché non si alimentava correttamente a causa e in ragione del trauma subito – ne cagionavano la morte”. In particolare, si legge nel provvedimento, la frattura scomposta della vertebra “S4 e la conseguente lesione delle radici posteriori del nervo sacrale determinavano l’insorgenza di una vescica neurogenica, atonica, con conseguente difficoltà nell’urinare, con successiva abnorme acuta distensione vescicale per l’elevata ritenzione urinaria non correttamente drenata dal catetere”. Un quadro clinico, si legge ancora nel provvedimento, “che accentuava la bradicardia giunzionale con conseguente aritmia mortale”.
Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, in un post sul suo profilo Facebook, commenta la chiusura da parte della procura di Roma dell’inchiesta bis sulla morte del fratello Stefano, fermato per droga il 15 ottobre 2009 e morto una settimana dopo all’ospedale Pertini: “I carabinieri sono accusati di omicidio, calunnia e falso. Voglio dire a tutti che bisogna resistere, resistere, resistere. Ed avere fiducia nella giustizia“.
Ilaria Cucchi ha, inoltre, dichiarato ad Adnkronos: “Sono commossa. Sono otto anni nei quali abbiamo dovuto ingoiare tanti bocconi amari, ma abbiamo resistito. Ora abbiamo finalmente davanti la verità: si parla di omicidio e di tutto il resto. Bene! Andremo avanti!”.
Aspro diverbio a La Zanzara su Radio24 tra il senatore di Idea, Carlo Giovanardi, e uno dei conduttori, David Parenzo: oggetto del dibattito proprio la chiusura della nuova inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi. Per Giovanardi, la verità sulla morte di Stefano Cucchi non è questa, ma arriverà solo col nuovo processo: “Dopo 8 anni di inenarrabili sofferenze e linciaggi personali, i tre agenti di polizia penitenziaria accusati di aver picchiato Stefano Cucchi sono stati definitivamente assolti”. E ribadisce: “La droga ha avuto una parte rilevante nella morte di Stefano Cucchi, un ruolo determinante nel decesso. Cucchi era uno spacciatore e fare lo spacciatore non è una cosa gloriosa, non è un benemerito della Nazione. Quando fu arrestato era già in una condizione fisica precaria. Io credo” – continua – “che la strada dell’omicidio preterintenzionale cadrà totalmente nella fase processuale. Tutte le perizie hanno escluso che ci sia qualsiasi tipo di relazione con le botte ricevute”. Dichiarazioni che sollevano un diverbio con il conduttore di David Parenzo, accusato di essere un “infame mentitore”. Giovanardi insiste: “Tra gli spacciatori e i carabinieri sono dalla parte dei carabinieri. Sia chiaro. Poi se commettono reati è giusto che paghino”. E attacca la famiglia Cucchi: “Ilaria Cucchi, il suo compagno l’avvocato Anselmo, il senatore Manconi, fanno parte di una lobby, un gruppo di pressione. Loro hanno interessi economici, sono stati liquidati con un milione di euro dai medici che erano innocenti. Anselmo si vanta di vincere i processi sui media e hanno una grande capacità mediatica. Ieri erano subito al Tg1 senza che nessun carabiniere sia intervenuto dall’altra parte. Sono perennemente in televisione a dire che hanno ragione loro. Sono bravissimi a fare i processi mediatici. Per fortuna nel processo parla anche la difesa.”