Scontri a Napoli tra manifestanti e forze dell’ordine in attesa del presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Due cortei composti da attivisti dei centri sociali hanno cercato di entrare alla Mostra d’Oltremare, mentre era in corso l’Assemblea nazionale sul Mezzogiorno, forzando i cordoni di polizia in via Terracina e in viale Kennedy. Gli agenti hanno usato lacrimogeni e idranti per allontanare i contestatori che annunciano la propria partecipazione alla manifestazione nazionale del 18 novembre per il no al referendum costituzionale.
La Digos spiega: “Non c’è stato contatto”. Ma i manifestanti ribattono che “i lacrimogeni sono stati sparati ad altezza uomo”. Non si registrano feriti, né contusi, ma la tensione resta alta e alcuni manifestanti denunciano di esser stati colpiti dai lacrimogeni e mostrano i segni sul corpo.
Tra gli striscioni, un fotomontaggio che ritrae Renzi e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca come vampiri con la scritta “Renzi e De Luca jatevenne”.
Tre manifestanti del ‘Movimento di Lotta, disoccupati 7 Novembre’ hanno fatto irruzione alla Mostra d’Oltremare, a Napoli, durante il discorso del governatore campano, Vincenzo De Luca, all’Assemblea nazionale sul Mezzogiorno, alla presenza del premier, Matteo Renzi.
I disoccupati chiedevano un incontro con l’assessore regionale al Lavoro, Sonia Palmieri. “Non fate ammuina– ha scherzato il presidente campano per stemperare i toni- è già tardi e tra un po’ dobbiamo mangiare. Abbiamo già atteso Renzi per un’ora e mezza ma lo perdoneremo”.
Dal palco, “il ritardatario” Matteo Renzi ha parlato di referendum, invitando tutti a votare per “fare chiarezza sul futuro dell’Italia”.
“Oggi nel mondo la competizione è sui cervelli e il Mezzogiorno ha tutto per crescere: cervelli e bellezza dei luoghi. Basta raccontare il Sud come una realtà piena di sfighe, bisogna rovesciare la narrazione, la rassegnazione e la lamentazione non aiutano. I soldi ci sono, siamo pronti a mettere tutte quello che serve se c’è una volontà della classe dirigente del Sud di cambiare partendo da se stessa”.
Il premier ha preso quindi parte stamane al dibattito conclusivo dell’assemblea nazionale sul Mezzogiorno, convention organizzata da Regione Campania, governo e Unioncamere.
Per il premier “viviamo nell’era delle previsioni e invece poi, dagli Usa all’ultimo luogo, accadono cose imprevedibili. Chi avrebbe mai immaginato la corsa e il successo di Trump? Solo una puntata dei Simpson sedici anni fa. Accade perché la realtà è molto più ampia e diversa”. Discorso che si lega alla rivoluzione informatica che “porta un mondo senza confini né barriere e poi però si fa fatica a riconoscere quello che accade sotto casa il mercato globale non è in contrasto con l’identità, anzi la aiuta. Penso all’agroalimentare, su cui siamo passati da 30 a 37 miliardi sull’export e abbiamo ancora un mercato grande due volte quello che abbiamo oggi”. Per Renzi c’è un problema di narrazione del Mezzogiorno ma anche di tutta l’Italia: “Se le grandi aziende della pizza sono tutte multinazionali americane significa che sono stati capaci di commercializzarla pur non avendola inventata. Il nostro compito finora è stato mettere a posto il passato, dominato da paure e incertezze. C’era la palude. Noi abbiamo voluto mettere 2 miliardi in più sulla sanità ma non abbiamo ancora risolto il problema del comparto che è, sono d’accordo con De Luca, innanzitutto il superamento della spesa storica”.
E Renzi punta tutto sul Referendum: “Con la riforma costituzionale, se passerà, non ci sarà più disparità tra le Regioni nell’accesso ai farmaci. Il sì al referendum serve per mettere a posto il futuro dell’Italia. Interpreto il 4 dicembre come una occasione in cui si fa chiarezza. Una semplificazione che non è solo il taglio delle poltrone. Per non parlarne ogni giorno se ne inventano una, come la lettera dagli italiani all’estero che avevano fatto anche Berlusconi e Bersani”.
Il presidente del consiglio fa un passaggio anche sui fondi europei: “I fondi europei sono italiani, noi diamo 20 miliardi e ne recuperiamo 12; gli altri 8 vanno ai Paesi che devono crescere e che si presentano insieme. Bisogna aprire un tavolo in Europa quegli 8 miliardi di differenza non possono andare per costruire muri in quei Paesi per respingere i migranti. Lo facessero con i soldi loro. Devi avere il coraggio di dire: ‘non ho la macchina del tempo e non posso tornare indietro’ ma siccome a primavera si comincia a parlare di bilancio, noi mettiamo il veto sul bilancio”.
E sulla pubblica amministrazione: “Ci sono settori dove la logica del timbro prevale ancora su quella del click. Non dobbiamo generalizzare, ma esiste un problema di gestione. Va deciso il modello di gestione dello Stato nei prossimi anni, ma in alcune categorie va sbloccato il turn over e noi l’abbiamo fatto. A livello centrale bisogna smettere di pensare che gli sprechi siano solo nei territori e che i tagli vadano fatti solo in periferia – prosegue Renzi -, ma dall’altro lato si deve dire che si tornerà ad assumere nella pubblica amministrazione, ma questa non sarà la panacea di tutti i mali. Servono più ricercatori, non più dipendenti nei ministeri. Non c’è una soluzione teorica, numerica, serve una riflessione nel merito”. Ultima riflessione sugli imprenditori: “Bisogna dividere tra imprenditori e prenditori. Non tutti gli imprenditori italiani hanno questo sguardo, in molti hanno preferito gestire alcune partite, incentivi e risorse senza restituire alla comunità. C’è una categoria di imprenditori che merita la nostra stima, sono il 95pc, e c’è qualcuno che fa il furbo. Noi abbiamo riempito di soldi le imprese che vogliono investire nei prossimi mesi. Ma la partita adesso ce l’avete in mano voi”.