Si chiamava Qandeel Baloch e aveva 26 anni la modella pakistana uccisa dal fratello. Aveva creato la sua notorietà postando dei video e delle foto su facebook, i suoi fan (quasi 800 mila) la consideravano la Kim Kardashian pakistana.
La modella si trovava nella casa dei genitori a Muzaffarabad in occasione della fine del Ramadan, lì si trovava anche suo fratello Waseem Qandeel che, a quanto pare, la minacciava già da tempo, spingendola infatti a chiedere protezione al ministero dell’interno.
Waseem, dopo una breve latitanza, è stato arrestato ed ha poi confessato al capo della polizia Azhar Akram: “Quandel non se lo aspettava, l’ho drogata dandole una pasticca e poi l’ho strangolata fino ad ucciderla. Aveva disonorato la nostra famiglia ed io uccidendola ho restituito onore al nostro nome. Le avevo detto di disattivare il suo profilo facebook ma lei non ha voluto.”
Aveva molti fan, molti anche nel suo paese, ma molti di più erano però quelli che la consideravano, per quegli scatti, una provocatrice, una ribelle.
Qandeel sarà ricordata come una delle donne che è morta lottando per la libertà e l’indipendenza della donna in Pakistan, le sue foto ed i suoi video erano nulla in confronto ai post di una modella occidentale.
Non si può morire per un selfie, un video o una frase postata su facebook.