Il rossore soffuso all’orizzonte, sfumature di colore che si disperdono nel cielo, un bagliore luminoso che compare da lontano: potrebbe essere la descrizione di un tramonto, ma così non è, stiamo infatti parlando dei bagliori rossi delle fiamme di un incendio, propagatosi ieri nell’Irpinia. Così alla descrizione di quello che poteva sembrare un sole calante, si sovrappone l’immagine di un inferno di fuoco da cui scaturiva una densa colonna di fumo nero e cinereo.
All’origine dell’incendio ci sarebbe un rogo di sterpaglie, appiccato in un fondo agricolo da un uomo, un cinquantenne della zona, ora indagato dagli inquirenti, che aveva appena fatto pulizie nel suo noccioleto e si stava sbarazzando dei rami e delle foglie secche bruciandoli.
Le fiamme si sarebbero estese, per via delle folate di vento, dal noccioleto fino a via Giacchi di Atripalda, a ridosso della variante Est di Avellino, dove le conseguenze sono state piuttosto ingenti e hanno causato danni per decine di migliaia di euro. L’impianto di rottamazione del deposito di vecchie auto “Urciuoli” sito in questa zona è stato infatti in gran parte distrutto dal fuoco, insieme a duecento auto che lì si trovavano per essere rottamate. A peggiorare lo scenario sono stati gli scoppi ed esplosioni all’interno del deposito. Spiega il proprietario Antonio:
“Le auto che depositiamo sono svuotate di olio e benzina ma è chiaro che qualcosa nel serbatoio resta comunque. Ecco spiegato il perché di tutte quelle esplosioni. Altrimenti l’incendio sarebbe stato ancora più spaventoso”
Fortunatamente non sembrano esserci feriti, tutti gli operai avevano già staccato alle 17.30 e pochi minuti prima del divampare delle fiamme, verso le 20.30, era uscito dall’edificio anche il figlio del proprietario, scampando così al disastro.
Inizialmente le indagini sull’origine dell’incendio non escludevano la pista di un tentativo di estorisione o vendetta, ma dopo un’attenta analisi dei video delle telecamere di sorveglianza da parte dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco, le forze dell’ordine sono riuscite a risalire al focolaio iniziale.