Scioccante il ritrovamento, ad opera delle forze dell’ordine, di materiale pedopornografico sul tablet e sullo smartphone di un ragazzino di 17 anni.
È successo ieri a Napoli – I carabinieri della compagnia di Bagnoli hanno eseguito per giorni indagini per via telematica, fino a giungere all’identità del giovane che avrebbe adescato attraverso i social network dei ragazzini con età inferiore ai 14 anni e li avrebbe spinti ad inviare foto osé, che sono poi state ritrovate in grandi quantità sui dispositivi del ragazzo e che ora gravano contro di lui.
Il 17enne è infatti accusato di adescamento, detenzione e scambio di materiale pedopornografico.
Subito è stata emessa la misura di custodia cautelare nei confronti del minorenne che è stato trasportato dalla forza dell’Arma in un centro di prima accoglienza.
Una vicenda dai risvolti agghiaccianti se si pensa alla semplicità con cui il ragazzo riusciva a convincere i suoi compagni più piccoli tramite uno strumento che tutti i giorni migliaia di persone utilizzano, e che dovrebbe indurre a riflettere sulle insidie che la rete nasconde dietro uno schermo, anche se eventi simili non sono una rarità, data l’incidenza con cui vengono riportati a galla dai media: dalle baby-prostitute che allargano il loro giro con annunci sul web, ai sempre più frequenti fenomeni di cyberbullismo, fino ai casi di molestie su minori.
La rete a volte tira fuori il peggio di noi, tempo fa l’argomento era già stato affrontato dalla criminologa Roberta Bruzzone che affermava:
“C’e’ un “lato oscuro dei social network” che investe tutte le fasi cruciali e gli ambiti di vita delle persone e cio’ avviene perche’ molto spesso le persone sono impreparate a comprendere la reale portata dei social media e sottostimano i rischi e la gravita’ associati a certe condotte. La rete se da una parte offre delle possibilita’ positive e straordinarie, dall’altra e’ in grado di tirare fuori il peggio del peggio degli esseri umani.”