Ufficializzati ieri nel corso della cerimonia di premiazione i vincitori della quattordicesima edizione dell’Ischia Film Festival. Miglior Film di questa edizione è Bella e perduta di Pietro Marcello, che ha incassato l’unanime consenso della Giuria internazionale, presieduta dalla regista Margarethe von Trotta, dalla produttrice francese Catherine Dussart e dall’attrice Anjorka Strechel. Il film di Pietro Marcello – si legge nella motivazione – è come un canto che sa portare armonia tra immaginazione, fiaba, poesia e realtà. Ad aggiudicarsi l’ambito Premio Castello Aragonese come Miglior Regista è Ben Sharrock con Pikadero, un lavoro così brillante e originale da non essere un’intuizione estemporanea ma il tassello di un esordio di altissimo livello in cui la messa in scena, nonostante i pochi mezzi, è sempre adeguata alla narrazione per la disinvoltura e la precisione dei movimenti di macchina che seguono le vicende turbinose di un avvocato schiacciato dai giochi di potere tra Stato e camorra. Il Premio Epomeo per la Miglior Fotografia va, ancora, a Pietro Marcello e Salvatore Landi per Bella e perduta: pellicola e digitale, due estetiche apparentemente contrapposte che trovano una strada comune, senza mai cadere nella tentazione della banalità, grazie a una fotografia magistrale. Vince il Premio Aenaria per la Migliore Scenografia, Menuka Rai per Kalo Pothi di Min Bahadur Bham. In un festival della location devi cercare l’anima, cogliere la natura profonda di un luogo e condividerli. Kalo Pothi ci porta in Nepal e ci spinge a incontrare questo paese straordinario, le sue atmosfere e anche i suoi problemi.
A Quest for Meaning, di Nathanail Coste e Marc De La Ménardière si aggiudica il premio della sezione Documentari, un viaggio per il mondo e interiore, che porterà due amici a confrontarsi con culture, pensieri, esperienze generazionali e a rinascere consapevoli di essere individui in un unicum, che è la Terra, impegnato in un perenne moto ciclico di cambiamenti. Un’opera poetica e profonda, che ha colpito la Giuria nazionale, composta quest’anno dagli attori Marco Palvetti e Lillo Petrolo insieme a Giuseppe Colella direttore di Schermo Napoli e presidente del Coordinamento Festival Cinematografici della Campania. Una Menzione Speciale, sempre per la sezione Documentari, è andata a When we talk about KGB di Maxì Dejoie, Virginja Vareikytè.
Per la sezione Location Negata, trionfa il documentario di Tianlin Xu, Coming and Going, che sin dalle prime inquadrature ci trasporta all’interno della famiglia. L’opera racconta una situazione “universale” ma allo stesso tempo ci regala uno spaccato della cultura cinese. Menzione Speciale per la stessa sezione, va a pari merito a Il Successore di Mattia Epifani e Kivalina di Gina Abatemarco.
Il premio per il Miglior Cortometraggio va a Milky Brother di Vahram Mkhitaryan, un’incredibile capacità di racconto ad altezza bambino, un senso dell’immagine non comune e una narrazione fluida e naturale, pur in un contesto complicato quanto lo è l’idea del cortometraggio se la si vuole rendere al meglio. La Giuria internazionale ha anche premiato, con una Menzione Speciale, Patriot di Eva Riley e Respiro di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi.
Durante la serata, il Direttore Artistico Michelangelo Messina insieme all’Assessore al Turismo della Regione Campania, Corrado Matera, giunto per la prima volta sull’isola d’Ischia in veste istituzionale, ha consegnato l’Ischia Film Award alla carriera, massimo riconoscimento del festival, alla regista Margarethe von Trotta ed anche al Maestro Pasquale Squitieri, che lo scorso anno fu impossibilitato a ritirare il riconoscimento a seguito a un incidente stradale.
Si conclude così anche questa edizione del Festival, una otto giorni di proiezioni con 101 film provenienti da tutto il mondo. Quindi un ringraziamento speciale a tutti gli ospiti che hanno preso parte alla Manifestazione, ai registi, i produttori e gli attori intervenuti. Appuntamento tra Giugno e Luglio 2017 per festeggiare il traguardo della quindicesima edizione.