Dopo lo spettacolo presentato in prima al Teatro Nuovo per il Napoli Teatro Festival Italia , “Aspettando il tempo che passa” parte integrante del progetto “Il palcoscenico della legalità”, ideato da Giulia Minoli, promosso e organizzato dalla Fondazione the Co2 Crisis Opportunity Onlus con Libera, Fondazione Pol.i.s, Fondazione Silvia Ruotolo, Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Centro Studi Paolo Borsellino, Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità in collaborazione con l’Associazione Nest – Napoli est Teatro e con l’IPM-Istituto Penitenziario Minorile di Airola (BN), Francesco Di Leva, membro del Collettivo artistico Nest, ha lanciato una provocazione e un invito a dare una chance lavorativa concreta a Daniele Baselice, uno degli ex-detenuti coinvolti nel progetto e nell’allestimento dello spettacolo. La provocazione si tramuta in “un piccolo miracolo”, infatti Franco Dragone offre al giovane la possibilità di lavorare per un mese al Napoli Teatro Festival. Possibilità che si trasformerà presto in un concreto inserimento nel mondo del lavoro, grazie alla Fondazione Pol.i.s. che ha offerto a Daniele uno stipendio mensile per lavorare e formarsi nel teatro anche dopo il festival, per un intero anno. Questa provocazione, ha contribuito e sta contribuendo ad allargare una rete di collaborazioni forti.
Il miracolo continua quando il Direttore Franco Dragone chiede al Collettivo Nest di essere portato in giro per la periferia est di Napoli e al Nest, giovane teatro abitato dal Collettivo e dall’Associazione Gioco, Immagine e parole che agisce socialmente sul territorio da più di vent’anni.
Una giornata indelebile all’insegna della scoperta di un luogo e di uno spazio, che oggi rappresenta un polo di riferimento culturale nella periferia est di Napoli. “E’ la prima volta che un direttore artistico di fama internazionale mette piede in periferia” esordisce Francesco Di Leva mentre accompagna Franco Dragone per le strade di San Giovanni a Teduccio “Sarebbe bello portare il teatro in questi posti, a casa delle persone”, parole che hanno colpito Dragone, il quale vorrebbe portare in un futuro non troppo lontano, il grande teatro non solo nelle periferie, ma proprio in quei luoghi simbolo di povertà e di criminalità.
Oggi al Nest, dall’unione tra il Collettivo e l’associazione Gioco, Immagine e parole, si è formato e consolidato un gruppo di lavoro stabile di attori, registi, autori, scenografi, fotografi, musicisti e ovviamente tanti giovani, mossi dalla passione verso l’arte e il sociale e spinti dallo stesso desiderio di fare del Nest un polo culturale, un luogo di creatività, di confronto, di produzione teatrale, che sia punto di riferimento per gli abitanti della periferia, ma anche per il sistema teatrale italiano.
Quella che oggi si respira al Nest è energia e passione allo stato puro!