Il Blitz anticamorra che ha avuto luogo ieri in sei province (Caserta, Napoli, Latina, Varese, Pavia e Roma) e che ha portato all’arresto di 57 persone, ritenute legate al clan casertano dei Gagliardi-Fragnoli-Pagliuca, che dovranno rispondere a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, tentato omicidio in concorso, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e ricettazione, tutti aggravati dal metodo mafioso. Ale indagini a attribuito il merito di aver fatto luce sulle estorsioni ai danni di imprenditori e di ditte edili impegnate nella realizzazione di lavori pubblici.
Ricostruiti anche due tentati omicidi e accertato, ancora una volta, il ruolo svolto dalle donne del clan, mogli degli affiliati, alle quali venivano versate periodiche somme di denaro necessarie al mantenimento dei rispettivi familiari detenuti.
L’attività investigativa ha consentito, inoltre, di individuare un’associazione dedita al traffico ed alla vendita di sostanze stupefacenti (cocaina, crack, hashish e marijuana) con a capo i promotori del clan e alle dipendenze i numerosi pusher delle “piazze di spaccio” dislocate lungo il litorale mondragonese.
E, ancora, sono emersi gravi indizi di colpevolezza nei confronti di nove indagati per approvvigionamento, trasporto e occultamento di alcune armi utilizzate dal gruppo criminale, per la realizzazione degli atti intimidatori finalizzati ad affermare la forza intimidatrice sul territorio mondragonese. A tal proposito, nel corso dell’indagine, i carabinieri della Compagnia di Mondragone hanno, in totale, rinvenuto e sottoposto a sequestro 3 fucili da caccia e 4 pistole con matricola abrasa.
Emblematico, infine, il sequestro preventivo disposto dal G.I.P. di un immobile sito nel Comune di Mondragone nei confronti di uno degli associati, Raffaele Gagliardi, fittiziamente intestato ad una persona del posto, apparentemente lontana dalle dinamiche criminali. Contestualmente sono stati deferiti alcuni imprenditori che con la loro reticenza hanno ostacolo le attività di indagine finalizzate all’accertamento delle attività estorsive del “Clan”.
L’indagine, complessa ed articolata, è stata svolta con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché attraverso numerosi servizi di osservazione e pedinamento svolti dai Carabinieri di Mondragone, i cui elementi di prova emersi, corroborati dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di fotografare le diversificate attività poste in essere dal gruppo criminale organizzato operante nel Comune di Mondragone, colpendo le famiglie camorristiche che si sono susseguite negli anni nel controllo del territorio fino all’ aprile 2015.