La Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee ha varato nel 2013 un programma di patrocinio, denominato MATRONATO, volto al riconoscimento e alla promozione di progetti (aventi sede in una delle seguenti regioni italiane: Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna), che, per il loro valore e qualità culturale, stimolino la coesione sociale, la ricerca scientifica e umanistica, il dialogo fra diverse discipline, il supporto alla produzione e alla mediazione artistica quali fonte e stimolo di progresso collettivo.
Il MATRONATO è stato concesso a “Latitude 36 – 40”, mostra-scambio fra Italia e Giappone, in occasione del 150° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone e dei 500 anni di storia di relazioni culturali tra i due paesi. La mostra, che ha coinvolto otto artisti campani insieme ad altrettanti artisti giapponesi, curata da Yasunari Nakagomi, direttore della Association of international Artists e Cynthia Penna, direttore artistico di Art1307, è stata divista in due sessioni: la prima si è svolta presso il Tokyo Metropolitan Art Museum dove, nello scorso mese di marzo, hanno esposto gli otto artisti napoletani (Marco Abbamondi, Stefano Ciannella, Max Coppeta, Mina Di Nardo, Dino Izzo, Amedeo Sanzone, Ttozoi, e Carla Viparelli) mentre la seconda si svolgerà a Napoli presso Villa Di Donato in piazza S. Eframo Vecchio (opening: giovedì 12 maggio 2016, ore 19:00), in occasione della quale esporranno gli otto artisti giapponesi: Yuki Kamide, Shoko Miki, Syuta Mitomo, Keisuke Miyashita, Yasunari Nakagomi, Saki Onishi, Naomi Shigeta, Mariko Tamura. La mostra è promossa da Art1307 con il patrocinio della Regione Campania.
Le opere resteranno in esposizione fino al 25 maggio 2016. Al centro delle due mostre collettive che compongono il progetto una riflessione su quanto ogni espressione artistica possa manifestare, nell’era globale, un significato universale pur essendo espressione di una sfera esperienziale personale e radicata nella propria cultura d’origine. La mostra, composta da opere che integrano fra loro differenti linguaggi artistici (fotografia, scultura, pittura), esplora in questo modo la grande vivacità e articolazione dello scenario artistico giapponese contemporaneo, mettendolo in relazione a quello italiano e, in particolare, campano.