Dopo circa 15 anni è tornato fruibile ai visitatori il sito archeologico risalente all’epoca romana che si trova sulla fascia costiera di Baiae a Bacoli e denominato “Centum Cellae” o “Cento Camerelle”.
Il sito è costituito da una serie di cisterne, composte da due parti sovrapposte, del tutto indipendenti, orientate diversamente e risalenti ad epoche diverse. Esse erano in realtà pertinenti ad una villa, i cui ruderi si osservano in parte scavati nel banco tufaceo della collina sottostante e collegate a peschiere semisommerse utilizzate per l’allevamento delle murene nello specchio d’acqua antistante. Secondo una delle ipotesi, la villa sarebbe appartenuta ad Ortensio e poi passata ad Antonia moglie di Druso, da questi a Nerone, ed infine a Vespasiano,dunque alla gens flavia. L’edificio superiore, posto a 3 metri dall’attuale piano di campagna, è un ampio serbatoio di età imperiale, diviso in quattro navate, coperte da una volta a botte e sorrette da tre file di pilastri. Al livello inferiore, più in basso di 6 metri rispetto al precedente, vi è una rete di cunicoli per l’approvvigionamento idrico, databile all’età repubblicana e solo parzialmente esplorati.
L’apertura straordinaria del sito è stata ratificata nell’ambito del protocollo d’intesa firmato giovedì scorso, nella Casina vanvitelliana sul lago Fusaro, tra Comune e Sovrintendenza archeologia della Campania.Le visite avranno cadenza settimanale dalle 9.30 alle 13.30 e saranno possibili solo in piccoli gruppi di 15 persone, guidate attraverso un percorso circostanziato, dal momento che alcune aree del sito non sono ancora accessibili. Crolli di intonaci interni e di strutture in coccio pesto lo rendono parzialmente inagibile in attesa di un programma di interventi di restauro che lo restitituiscano del tutto alla città e ai turisti.