Si è spenta un’altra icona del cinema italiano ed internazionale.
È morto Ettore Scola.
L’attore si è spento a Roma all’età di 84 anni. Era nato a Trevico, in provincia di Avellino, il 10 maggio del 1931. E’ stato uno dei più grandi registi e sceneggiatori del cinema italiano.
Innumerevoli i capolavori del cinema che portano la sua firma, da Una giornata particolare a C’eravamo tanto amati.
Il suo ultimo lavoro nel 2013, il documentario Che strano chiamarsi Federico, dedicato a Fellini.
Con Il commissario Pepe (1969) e Dramma della gelosia – Tutti i particolari in cronaca (1970) Scola entra nel decennio più importante della sua carriera. Nel 1974 dirige C’eravamo tanto amati, film che ripercorre un trentennio di storia italiana dal 1945 al 1975 attraverso le vicende di tre amici interpretati da Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefano Satta Flores, tutti innamorati di Luciana, interpretata da Stefania Sandrelli. Il film è un capolavoro che lo consacra definitivamente tra i grandi del cinema italiano regalandogli anche la fama internazionale.
Seguono altri titoli imprescindibili quali Brutti, sporchi e cattivi (1976) e Una giornata particolare (1977) con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, forse la pellicola di Scola più acclamata anche all’estero. Nel 1980 il regista gira La terrazza, amaro bilancio di un gruppo di intellettuali di sinistra in crisi. Emblema degli anni ’80 di Scola è il film La famiglia (1987), commedia che ripercorre 80 anni di storia (1906-1986) con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant. Con il film Concorrenza sleale, ambientato durante il Fascismo, e il documentario dedicato a Roma, Ettore Scola aveva detto di aver concluso la sua attività di regista. In realtà poi negli ultimi anni aveva realizzato due documentari, uno dedicato a Roma, Gente di Roma, e un altro sul suo grande amico con il quale aveva lavorato fin dai tempi del Marc’Aurelio, Che strano chiamarsi Federico.
Ettore Scola era sposato con la sceneggiatrice e regista Gigliola Scola. Insieme alle sue due figlie Paola e Silvia aveva presentato a novembre alla Festa di Roma il documentario che raccontava la sua vita e la sua carriera, Ridendo e scherzando. In quell’occasione aveva detto: “Il cinema è un lavoro duro ma si può ridendo e scherzando mandare qualche messaggetto, qualche cartolina postale con le proprie osservazione sul mondo. Il cinema è come un faretto che illumina le cose della vita”.