Quando le notizie relative ad episodi di pedofilia emergono in tutta la loro cruda ferocia, facendosi prepotentemente spazio tra le pieghe della stessa quotidianità che delimita e scandisce le nostre vite, non si può che rimanere negativamente basiti al cospetto di quel macabro squarcio di realtà.
Un ragazzo di appena 20 anni di Positano è l’ultimo orco smascherato dalle forze dell’ordine, grazie alla denuncia della madre di un bambino di appena 8 anni. Adescava le sue prede con la scusa di aiutare i bambini ad aggiustare le proprie biciclette o gonfiare il pallone, piuttosto che mostrargli un videogioco.
Il giovane è indagato per atti sessuali con minorenne, consumato proprio ai danni del ragazzino grazie al quale è partita la denuncia. Le indagini hanno richiesto l’intervento degli specialisti della sezione di Salerno della Polizia Postale che, mediante l’installazione di telecamere, il monitoraggio dei social e l’analisi dei traffici telefonici, hanno ricostruito la modalità d’azione del ventenne. Il ragazzo – che faceva anche il baby-sitter godendo della fiducia dei piccoli e dei loro genitori – si intratteneva con i bambini in lunghe conversazioni sui social, prima di invitarli in un locale preso in affitto con la scusa di fargli vedere un videogioco o aiutarli ad aggiustare le loro biciclette. Il quadro ipotizzato dalla polizia giudiziaria è stato avvalorato dalla consulenza psichiatrica effettuata sull’indagato e dalla consulenza e perizia psicologica sul minore che ha riferito di essere stato, più occasioni, oggetto di attenzioni sessuali.
I social, pertanto, confermano per l’ennesima volta, la loro temibile valenza di “arma a doppio taglio”, fornendo ai malintenzionati un facile e comodo mezzo del quale servirsi per intrecciare la trappola del male nella quale imbrigliare le loro vittime.
L’ingenuità dei bambini frammista all’utilizzo precoce dei social espone i minori a rischi di portate indicibili, soprattutto se vengono lasciati liberi di navigare in una rete pregna di squali.
I genitori dovrebbero puntualmente ricordare che quando si recano al mare, non mancano mai di rimpinzare i loro bambini di ciambella o braccioli, prima di lasciarli tuffare. Lo stesso protettivo provvedimento andrebbe rigorosamente adottato, prima di consentirgli di immergersi nel profondo ed impervio “mare virtuale” .