Ad un mese di distanza dalla folle e sanguinaria notte consumatasi in tangenziale per effetto della manovra-choc attuata da Aniello Mormile, – compiendo un’inversione ad “U” e percorrendo, poi, cinque chilometri contromano a fari spenti – costata la vita a due persone, Lidia Barbato, la ragazza, nonché fidanzata di Mormile che viaggiava in auto con lui ed Aniello Miranda, un padre di famiglia che si stava recando sul luogo di lavoro, percorrendo la tangenziale nella direzione corretta.
Successivamente all’accaduto, il dj che quella sera era di ritorno proprio da una serata di lavoro trascorsa in un locale di Pozzuoli, si era chiuso in un silenzio inviolabile che ha deciso di rompere nell’ambito delle due ore di interrogatorio serrato, maturate nell’arco della scorsa mattinata.
Immagini agghiaccianti, video choc quelli raccolti dagli agenti della polstrada, che non si dimenticano facilmente. L’auto fa inversione all’improvviso, i fari si spengono nella notte, le auto sfrecciano in senso opposto: sono tre, viaggiano una dopo l’altra, due riescono miracolosamente a farla franca, fatale invece lo schianto con l’ultima, quella guidata da un uomo di 48 anni che non riesce a schivare la Clio del dj. Non c’è scampo per la giovanissima fidanzata di Mormile, Lidia Barbato, 22 anni appena compiuti, che dormiva distesa sul sedile posteriore. Niente da fare anche per Aniello Miranda, l’agente di commercio di Torre del Greco che stava solo cercando di raggiungere il posto di lavoro a bordo della sua auto. Da allora, tra silenzi, omertà e tanti buchi neri ancora da chiarire, le indagini sono andate avanti a ritmo serrato. Le immagini e gli elementi fin qui raccolti, tuttavia, non chiariscono i dubbi legati al quesito-cardine intorno al quale ruota l’intera vicenda: perché?
Una domanda alla quale solo Mormile può conferire una risposta. Logica, illogica, a prescindere da qualsivoglia giudizio, solo e soltanto l’artefice di quell’azzardata manovra può esternare le motivazioni, il movente, l’input che l’ha determinata.
Due ore di domande, un pressing particolarmente incalzante nell’ambito dell’interrogatorio investigativo richiesto dalla Procura: tante le risposte fornite da Morbide, ma altrettanti i vuoti di memoria che ha dichiarato di avere rispetto ai momenti più drammatici della vicenda.
Nello Mormile – ritenuto responsabile di duplice omicidio volontario – che in un primo momento aveva scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, ricorda invece gran parte della serata passata in discoteca: la musica assordante pompata dalle casse del locale per tutta la notte, la birra e i super alcolici bevuti in quantità mentre «mixava» e fino a poco tempo prima di mettersi al volante dell’auto.
Vuoti di memoria che i difensori del dj sperano di riuscire a colmare con il passare del tempo: se così dovesse essere non esiteranno a richiedere un nuovo interrogatorio. Ma c’è dell’altro. Nelle ultime ore sono emersi alcuni inediti spezzoni di filmati che riprendono il momento dell’inversione a «U» messa a segno in tangenziale e sui quali si stanno concentrando le indagini degli agenti della polstrada e che potrebbero riservare qualche sorpresa nell’ambito della ricostruzione di una vicenda che resta per molti versi ancora misteriosa e soprattutto incomprensibile.
Intanto, si attende l’esito degli esami tossicologici che stabiliranno se il dj quella notte aveva assunto o meno sostanze stupefacenti. I risultati dai quali emergerà l’eventuale consumo di sostanze psicoattive dovrebbero essere pronti all’inizio della prossima settimana.