Il Ferragosto non è solo il giorno simbolo dell’estate, ma, soprattutto, una festività, così come ricorda il calendario che puntualmente segna in rosso questa data, suggellandone il valore e l’importanza.
Le Feriae Augusti erano quel periodo del calendario romano in cui ci si riposava dalle fatiche dei campi che ormai, stanchi anch’essi, avevano dato il loro raccolto come contributo alla sopravvivenza e alla prosperità dell’uomo. Come si evince chiaramente dal nome, furono istituite da Augusto intorno al 18 a.C. e, per accattivarsi la simpatia e la benevolenza del popolo. Fu questa giornata anche durante il regime fascista, in cui fu accordata l’opportunità a molti lavoratori di viaggiare al di fuori delle mura delle proprie città grazie all’istituzione di treni speciali a prezzi sensibilmente scontati.
Nasce qui il mito italiano della gita fuori porta che ogni anno il, 15 agosto, si ripete in tutto il Paese. Da nord a sud, indistintamente, orde di persone accaldate spostano carni per la griglia, verdure, pani, pizze, insalate di riso, paste al forno, e chi più ne ha più ne metta, verso mete montane, lacustri o marittime, cercando un utopico relax, generando invece perlopiù un simpatico, disordinato e divertente caos. Ma come ogni buona festa che si rispetti, anche il Ferragosto ha le sue tradizioni gastronomiche, declinate in maniera differente rispetto al luogo in cui ci si trova, di cui vi proporremo tre tra le più squisite e quotate della tradizione meridionale:
Ziti di Ferragosto: tipico del Ferragosto della costiera amalfitana; gli zitoni, lunghissimi cilindri di pasta secca, vanno spezzati prima della cottura e poi conditi con un sugo in cui, alla succosità del pomodoro fresco, fanno da contraltare la golosità dei pomodori secchi e la sapidità dei capperi. In Calabria ne fanno una versione molto più opulenta, protagonista dei pranzi di Natale o Pasqua, ma anche da consumare fredda durante le gite fuori porta al mare o in montagna. Prende il nome di Pasta Chjina: gli ziti sono conditi con il sugo e arricchiti da polpette, uova lesse a fette, salsiccia e formaggio, il tutto amalgamato con uova; poi si infila tutto nel forno. Una volta fredda, costituirà un pranzo molto calorico, da smaltire necessariamente con lunghe passeggiate.
Taralli di Ferragosto: è interessante notare come a molti chilometri di distanza le tradizioni possano assomigliarsi. In Campania, per questa giornata di festa che la Chiesa cattolica ha dedicato all’Assunzione della Vergine Maria, si preparano dei taralli (quindi sempre biscotti a forma di ciambella) che si ricoprono con una glassa a base di acqua, zucchero, lievemente aromatizzata al succo di limone.
Gelo di Melone: il nome potrebbe fuorviare; non si tratta realmente di melone, ma dell’anguria che in Sicilia, in dialetto, chiamano meluna, muluna, mellone e simili. La polpa dell’anguria è setacciata e poi fatta cuocere dolcemente con l’aggiunta di zucchero e un po’ di farina. Il composto è poi fatto raffreddare in freezer; dopo 3-4 ore si avrà un dolce al cucchiaio freschissimo e leggero, l’ideale per concludere una lunga giornata ferragostana.
Buon appetito e buon ferragosto a tutti!