Estate, stagione di amori, la stagione in cui sbocciano più amori e tutte le specie o “razze” animali – che dir si voglia – mettono in pratica i propri e peculiari rituali d’accoppiamento. L’uomo non è da meno e il rappresentante della categoria che anima le coste campane, esibisce con orgoglio il suo primato di conquistatore/seduttore attraverso la pratica di un’arte tanto antica quanto intramontabile: la posteggia.
Molto di più di un semplice corteggiamento, complice quella verve colorita, senza scrupoli e che non conosce remore né pudori che tramuta l’uomo in un autentico cacciatore di prede da stordire a suon di montature fluo e frasi ad effetto.
Di seguito vi proponiamo alcuni dei must che tuttora dettano legge in materia di posteggia e che concorrono ad accrescere la fama del maschio napoletano nel mondo!!!
Lui: “Scusa, perché non cammini con un segnale di pericolo appeso al collo?”
Lei: “???”
Lui: “Perché sei uno schianto!!!”
Lui: “Scusa, ti posso mettere lo sgambetto?” Lei: “E perché????”
Lui: “Perché così vedo una stella cadente!”
“Complimenti, sei proprio una donna di classe… sono sicuro che tuo padre faceva il maestro!”
Lui: “scusa, ma tuo padre fa lo spacciatore!?” Lei: “????” Lui: “no, perchè sei stupefacente!!!”
“Weeeeee, ciù ciù ma ke ce fai a’for a bust re caramell’!!!” (Hey caramella sommossa, che ci fai fuori dalla busta!?)
“Ciao Cenerentola, sei proprio una favola… Ti posso raccontare?”
Lui: “Scusa, ti posso chiedere un’informazione?”
Lei: “Certo”
Lui: “Mi sai indicare la strada che porta al tuo cuore?” oppure “Mi sai indicare la via per conoscerti?”
“Vorrei essere un pesciolino rosso per nuotare nel mare profondo del laghetto dei tuoi occhi blu!!!”
“Lo sai che sei una fata? Posso essere la tua bacchetta magica???”
Lui: “Scusa, sei di Mergellina?… Pecchè sì proprj nu scoglio!”
Lui: “Scusa, conosci Ciro?”
Lei: “No”
Lui: “Piacere, Ciro!!!”
Lui: “Scusa, ma ti chiami Alice?”
Lei: “No!”
Lui: “E allora perché appena ti ho vista mi sono sentito nel paese delle meraviglie!?”
”Wua, hai un sedere che par’ nu suppersantos’ m’ vuo’ fa palleggia’???” (hai un sedere che sembra un supersantos, mi vuoi far palleggiare?)
“Ciao Eva Kant, hai rubato il mio cuore!!!”
“Sì tu fuss’ a guerr’, je partess’ volontario!!!” (Se tu fossi la guerra, partire volontario)
“Wuà bella, tien’ chi curv’ tu ca ‘a sagliut’ ‘e Montevergine!!!”
(Bella, hai più curve tu che la salita di Montevergine!)
Lui: “Scusa bambola perché non cammini con un cartello appeso al collo con sopra scritto “divieto di tuffi”??????!!!!!?????? Lei: “??????????” Lui: “pecchè sì nu scogl’!!!!!”
Lui: “Scusami, ti posso fare una semplice domanda???”
Lei: “E dici’!”
Lui: “Venderesti mai i tuoi occhi per un miliardo di euro??”
Lei: ” No!”
Lui: “e pecchè e tien’ int’ a vetrin’???” (perché li tieni esposti in vetrina)
“Wuà!!! ma che t’ rev’ a magnà mammet’ quann’ siv’ piccerell’ p’ t’ fa ascì accussì tost’!???!…. ‘e frullat’ ‘e vriccill’!!!!!!!!!!!????????!!!!!” (cosa ti dava da mangiare tua madre quando eri piccola per farti diventare così tonica? I frullati di pietrisco!?)
“Sei bella come la Venere di Botticella!!!”
Lui aggancia lei con scuse futili, mentre lei accenna ad impostare una parvenza di dialogo, lui prende gli occhiali, adagiati sullo scollo della maglietta ed esclama: “aspiett’, famm’ metter’ e lent’ a sol’, nun agg’ maje vist’ na stell’ ‘a vicin’, sto rimanenn’ abbagliat’!!!” (aspetta, fammi mettere gli occhiali da sole, nome ho mai visto una stella da vicino, sto rimanendo abbagliato!)
Lui: “scusa hai un fazzoletto di carta?” Lei fruga nella borsa, tira fuori il pacchetto di fazzoletti e glielo porge. Lui, portandosi le mani verso i gioielli di famiglia, delicatamente esclama: “e pigl’ mman’ stu panzarott’!!!” (e prendi tra le mani questo crocchè!)