Santiago de Chile. 5 luglio 2015, una manciata di minuti all’una di notte italiana. L’arbitro colombiano Wilmar Roldàn porta il fischietto alle bocca e conclude la finale dell’edizione cilena della copa. Vince il “Davide” Cile sul “Golia” Argentina davanti ai propri tifosi con un cucchiaio, – di tottiana memoria – vincente di Alexis Sanchez nella lotteria dei rigori.
Profeti in patria. L’evento sudamericano è finito ormai da qualche giorno ma come in ogni edizione del Mondiale o delle due maggiori competizioni per continenti (Europeo e Copa America) salgono alla ribalta talenti sconosciuti o quasi che galleggiano nei campionati minori di tutto il mondo.
Partiamo dalla vincente selezione cilena: sugli scudi ritornano i due scaricati del calcio italiano, Vargas e Isla, rispettivamente tesserati di Napoli e Juventus. Il primo ha vinto il titolo di capocannoniere del torneo insieme al peruviano Paolo Guerrero ed ha siglato il gol più bello della competizione; il secondo invece è stato un pendolino fisso sulla fascia destra della Roja, facendo scambi in velocità con le mezzali e gli attaccanti di turno e arrivando fino alla linea di porta, crossando “al bacio” per le punte cilene stanziate nelle aree di rigore avversarie. Il Cile infatti nonostante un’altezza media molto esigua ha segnato un buon numero di gol di testa.
In ogni caso Juve e Napoli se la ridono: o si ritroveranno in rosa giocatori rivalutati e quindi abili rincalzi per la prossima provante stagione; oppure le casse dei due club riacquisteranno nuova linfa pecuniaria, data la valutazione gonfiata per via delle ottime prestazioni dei due calciatori.
Un’altra delle sorprese del calcio cileno è il “Mago” Jorge Valdivia. Piedi educatissimi per il trequartista militante nel Brasileirao tra le fila del Palmeiras, dove è un vero eroe locale. Classe cristallina che in un campionato come quello della Liga spagnola potrebbe essere parecchio apprezzato per via delle sue qualità balistiche (assist e passaggi di prima fattura) associato logicamente ad uno schema di gioco che lo esalti nelle sue caratteristiche, ed affiancato da calciatori di corsa e sacrificio. Considerando che è un classe ’83 conviene acquistarlo in questa finestra di mercato. Altro pezzo pregiato della selezione vincitrice della competizione è la mezzala Charles Arànguiz, passato all’ Internacional di Porto Alegre giusto un anno fa, è arrivato alla ribalta degli occhi del grande pubblico per la sua corsa, gli inserimenti senza palla e lo scambio veloce con il suo compagno di nazionale Arturo Vidal. Un vero e proprio centrocampista di matrice europea, tutto concretezza e affidabilità e non frivolo e giocoliere come lo stereotipo del calciatore sudamericano. Ecco perché ha suscitato l’interesse di due top club inglesi: Chelsea e Arsenal. Valutazione: 20 milioni di euro, 26 anni, da non lasciarselo scappare.
Passiamo all’ Ecuador. Si fanno notare i due attaccanti: Bolanos e Enner Valencia, il secondo già militante in Europa nel club inglese del West Ham United.
Per quanto riguarda la Selecciòn classificatasi seconda, la sua rosa è già ampiamente conosciuta ma non si può far a meno di annoverare quei talenti che non militano nei primissimi club europei. Di questi fanno parte il centrale difensivo Nicolas Otamendi, militante nel Valencia, dimostratosi sicuro e preciso negli interventi difensivi anche se a volte ha fatto intravedere troppa irruenza nei contrasti, ma l’età è ancora dalla sua, poiché è un classe ’88. Il Real Madrid lo ha prenotato nel caso Sergio Ramos deponesse la camiseta blanca. I due metodisti di centrocampo: Lucas Biglia e Ever Banega, hanno dimostrato di saper prendere in mano le chiavi del centrocampo di Lazio e Siviglia (vincitrice dell’ultima edizione della UEFA Europa League) e in seguito della nazionale albiceleste. El Tata Martino non ha che di preoccuparsi per il futuro.
Josè Gimenez dimostra di essere un centrale di difensivo di livello, nonostante la sua giovane età (20 anni); l’Atletico Madrid e L’Uruguay possono dormire sogni tranquilli dalla metà-campo in giù.
Lucas Barrios, con i suoi 3 gol in questa competizione ha portato il suo Paraguay fino alla semifinale poi persa con l’Argentina, notevole se consideriamo che il centroavanti del Montpellier partiva dai blocchi come ricambio per il capitano Roque Santa Cruz.
Il Brasile non ha di certo brillato in questa Copa America, ma è quasi impossibile non citare i suoi svariati talenti, anche se non è più il periodo d’oro fra l’inizio e la fine degli anni 2000. Uno dei pochi a salvarsi è il trequartista Roberto Firmino autore di una rete e acquistato dal Liverpool per 41 milioni in questa sessione estiva, giunto Hoffenheim.
Nella selezione colombiana si fa notare il centrale Jeison Murillo, ex-Granada, acquistato dall’ Inter già a gennaio; meritevole di aver inombrato Neymar. Un’ altro degno di nota è l’incontrista dai piedi buoni Carlos Sanchez, il giocatore dell’Aston Villa ha letteralmente innescato gli ingranaggi dei Cafeteros.
Infine si segnalano le prestazioni del succitato Paolo Guerrero, punta centrale del Perù, squadra che dopo l’Argentina ha espresso il miglior calcio della competizione, dove la punta del Flamengo è stato il catalizzatore dello splendido gioco della Blanquirroja.
Dario Froehlich