L’estate è la stagione che più di ogni altra sembra calzare a pennello tra note e spartiti musicali, completandone, il di per sé affascinante richiamo, con quel pizzico di immancabile magia, capace di tramutare una serata qualunque, in un momento da ricordare, mediante quella lieve eppur provvidenziale brezza che giunge a refrigerare i sensi.
Pertanto, l’estate di “chi fa musica”, si colora e si carica di impegni ed aspettative ben diverse rispetto a quelle che contraddistinguono le impavide anime dei vacanzieri.
È tempo d’estate anche per La Pankina Krew.
Una band che vive di musica e seguita a compiere un’affascinante e mai banale viaggio intorno alla musica, mediante il quale stanno imparando e ci stanno insegnando che, intorno alla musica e grazie alla musica, possono nascere tante storie. Belle, inaspettate, emozionanti, costruttive, gratificanti.
La scorsa domenica, a Volla, comune di provincia ubicato ad Est di Napoli, si è svolta una manifestazione, organizzata dalla pro loco locale, che ha annoverato anche la partecipazione della krew sempre più in voga nell’ambito della scena musicale non solo partenopea, affiancata e supportata dall’immancabile Dj Uncino.
Donix, Ivanò e MasterProd, in primis, hanno indossato le seriose vesti dei giudici di gara, per decretare il vincitore della “castissima” battle di rap, nell’ambito della quale, i talenti locali, sono stati chiamati a sfidarsi a suon di rime, scevre di parolacce, insulti ed inneggiamenti alla violenza. Pertanto, i rapper incapaci di esibirsi in un linguaggio “a portata di bambino” meritavano di essere bombardati dal diretto avversario con un gavettone d’acqua.
Chi non ha mai assistito ad una battle di rap, può essere indotto a credere che si tratti di “bad boys” che se le suonano di santa ragione, vomitandosi addosso insulti e minacce. In realtà, si tratta di un autentico inno alla sportività: ragazzi che spremono meningi ed estro creativo, abilità e tecnica, fino all’ultima goccia, riversandoli in pochi, fugaci secondi, da spendere al meglio per conquistare la gloria. Sul palco avversari, ma una volta accantonata la performance, c’è spazio solo per i complimenti e gli abbracci fraterni. Paradossalmente, uno dei rari contesti in cui ci si diverte a prescindere dal verdetto finale, seppur la battaglia per conquistare la vetta sia combattuta e sentita, è proprio uno di quelli che per antonomasia tende ad essere concepito e percepito come un potenziale “focolaio di violenza”.
Il rap è protesta, sfogo, passione, espressione cruda e semplicistica della realtà che trova spazio nell’immaginazione ed anche di quella che non trova posto nella vita quotidiana. Perché, certe cose, è bene non dirle a voce alta. Pertanto, il rap è il canto di chi non ha paura di essere sincero.
A seguire, la performance della band, semplicemente, immortala l’attimo, suggella le emozioni e rilancia quello che di buono, genuino, positivo ed ottimistico esiste e resiste ancora. Nella musica, nei ragazzi che percorrono questa generazione, tenendo per mano quelli che li seguono, indicando loro la strada più costruttiva da percorrere, attraverso un’essenziale e lungimirante accostamento di parole: “One Love”.
Il giorno seguente, in quello stesso fazzoletto di terra troppo spesso teatro di episodi brutali e sanguinari, insieme ai ragazzi della Pankina Krew, abbiamo accolto un nuovo ed emozionante pezzo di quella magia che, di canzone in canzone, di esperienza in esperienza, stiamo imparando a scrivere nelle nostre vite.
Fin da subito, Ivan, Nicola, Donatella, così come lo stesso Dj Uncino, hanno seguito con sensibile partecipazione le vicende correlate alle storie che stanno sbocciando intorno ai bambini del parco Merola.
Quando hanno appreso dell’imminente visita di Gianpaolo Imbriani, proprio lì, nella “nostra Ponticelli”, proprio da loro, dai “nostri bambini”, hanno voluto fortemente esserci.
Una storia, tanto speciale quanto toccante, come quella che ha generato la promessa e il sogno che viaggiano nel sentimento cuciti in una frase: “Imbriani non mollare”, non poteva lasciare indifferente i cuori che conferiscono sentimenti ed espressione alla krew. Cuori pregni d’amore e sentimenti buoni, animati da quella stessa genuina voglia di seminare messaggi positivi.
Le emozioni scalfite in pochi, ma salienti attimi, esigono di non essere svilite mediante la velleitaria ricerca di parole appropriate, pur di tentare, quantomeno, di descriverne la scarna magnificenza.
Le immagini, forse, possono spingersi oltre quel muro d’impenetrabile emotività, contro il quale, le parole, poco o nulla possono.
Archiviata, ma tutt’altro che dimenticato questo momento di umana aggregazione, la krew si ritrova nuovamente dinanzi ad un microfono.
Il mare, le luci soffuse, quell’impercettibile, ma sostanziale connubio di tasselli che, incastonandosi, concorrono a comporre il puzzle perfetto, disegnando una cornice ottimale che esige d’essere completata riversando il meglio di sé dentro quel microfono.
Donix, Master Prod ed Ivanò questo lo sanno bene, ma non vogliono caricare i passi con i quali scalfire quell’incredibile viaggio musicale dell’ansia peculiare di chi si prende troppo sul serio. Concentrazione, abnegazione, serietà, non devono mai mancare, ma devono essere sempre ed immancabilmente accompagnate da distensivi sorrisi e soprattutto dalla presenza dei sentimenti che arricchiscono la vita, rendendola davvero meritevole d’essere vissuta: gli amici, quelli veri, gli amori, quelli che personificano la fonte d’ispirazione più elevata e preziosa per un artista.
Durante la live performance incastonata, ieri sera, all’interno della cornice fornita dalla Rotonda Belvedere, La Pankina Krew ha dipinto la terza emozione diversa nell’arco di altrettanti giorni.
Donix ha dimostrato che una voce, nel cuore della notte, a dispetto della notte, può risultare anche più calda del sole. Ivanò e Master Prod che la motivazione e la grinta che animano la passione di chi, con caparbia fermezza, raccoglie il guanto di sfida gettato dal destino e seguita ad affrontare la sorte a testa alta, è capace di spianare anche le salite più ripide.
Insieme, quei tre ragazzi di Napoli Est, ancora una volta, hanno di dimostrato che non importa con chi sei e dove sei, se ciò che fai, lo fai con il cuore, il risultato è puntualmente pregevole.