Al di là dell’aura magica e del fascino esercitato sui bambini, è un dato di fatto che il circo è emblema di sofferenza, violenza, brutalità, sopraffazione antropocentrica.
Basti pensare che la realtà dell’addestramento si basa sulla violenza, fisica e psicologica, sulla paura del dolore fisico e sulla privazione del cibo. In gabbia gli animali soffrono, anche se i circensi dicono di no. I segnali del loro malessere sono evidenti, basta solo saperli cogliere: in cattività sviluppano atteggiamenti stereotipati, come dondolarsi continuamente, o girare su sé stessi.
Per non parlare poi delle condizioni igieniche e di soggiorno risultano del tutto insufficienti, ad esempio, le tigri recluse nelle strutture circensi, sono costrette a stare in pochissimi metri quadrati di superficie, a volte in gruppi di dieci/quindici. Per quanto concerne il trasporto, poi, gli animali sono portati su camion non ventilati persino quando la temperatura raggiunge gradi elevati. Le loro gabbie non vengono pulite fino all’arrivo. Mangiano e dormono nei loro escrementi.
La quasi totalità dei circhi, non accontentandosi di lucrare sugli animali facendoli esibire sotto il tendone, ricava denaro anche dalla loro esposizione in zoo improvvisati, e tutto, ovviamente, contravvenendo ai principi del benessere animale. Vengono costantemente disattesi i criteri di detenzione degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti che stabiliscono che: ”gli animali siano mantenuti in strutture, sia fisse che mobili, che permettano agli stessi di potersi liberamente sottrarre alla vista del pubblico”, abbiano a disposizione “sia strutture di ricovero per ripararsi da condizioni climatiche avverse, sia idonei arricchimenti ambientali atti ad evitare comportamenti stereotipati”. Le strutture di mantenimento devono, inoltre, “essere attrezzate con strumenti atti a regolare la temperatura degli ambienti in funzione delle singole esigenze degli esemplari ospitati”.
Ad oggi, in Italia, nessuno conosce il numero esatto di zoo, circhi e delle altre strutture di detenzione di animali destinati a spettacoli. A ciò deve aggiungersi che, quando esistenti, le leggi previste per le varie tipologie di cattività, sono gravemente carenti proprio sul tema del benessere degli animali. Dal 2005 infatti esiste una legge sugli zoo la quale è già stata sostanzialmente manomessa per ben due volte, a tutto vantaggio persino dei più tremendi serragli. Purtroppo però, poco o nulla esiste sui circhi.
Una vecchia legge del 1968, unitamente ai più volte rimaneggiati Criteri sul corretto mantenimento di talune specie di animali, garantisce agli zoo ambulanti una vergognosa impunità. Praticamente inesistenti sono poi quegli interventi che dovrebbero migliorare, per quanto possibile, le condizioni di detenzione dei così detti animali esotici, oggetto a tutt’oggi di un florido mercato internazionale che andrebbe per sempre eliminato.
La connivenza economica tra queste strutture è evidente e incentrata sul massimo profitto, così si lucra sulla vita di questi animali in ogni momento della loro vita. Gli zoo espongono nuovi esemplari, ed il circo può usufruire di un momentaneo stallo, utile anche quando si tratta di doversi disfare di un animale anziano, non più adatto alla vita del tendone.
Gli animali utilizzati nei circhi sono costretti a una vita di reclusione lontano dal loro habitat naturale e obbligati a compiere perfomance ed acrobazie che sono il risultato di addestramenti irrispettosi della loro dimensione etologica. Non a caso, esistono molti circhi che hanno scelto di non sfruttarli e che offrono spettacoli impressionanti e meravigliosi, mostrando esclusivamente le abilità degli artisti. Le esibizioni con animali andrebbero abolite e la riproduzione in cattività fermata.
Risulta importantissimo dunque porre una riflessione: è davvero divertente ed educativo per i nostri figli? Uno show basato sul comando e lo sfruttamento di animali inermi, insegna al bambino a ridere di situazioni che dovrebbero invece far provare indignazione e profondo senso di ingiustizia. Per una società migliore e più giusta, sarebbe necessario insegnare ai nostri figli il rispetto per tutti gli esseri viventi.
Gli animali selvatici sono fatti per vivere liberi, nella loro terra d’origine, e nulla giustifica la loro prigionia a vita, i loro maltrattamenti e la loro umiliazione propinata come mero spettacolo. Fortunatamente, sono in molti a pensare che non ci sia nulla di educativo in tutto questo e che, oltre ad essere un’ingiustizia nei confronti di animali innocenti, il circo sia un insegnamento pericoloso per tutti i bambini che vanno a vederlo. Studi effettuati da psicologi confermano questa tesi: uno show basato sul comando e lo sfruttamento di animali inermi insegna al bambino a ridere di situazioni che dovrebbero invece generare un profondo senso di ingiustizia e indignazione.
Dunque, sarebbe auspicabile portare i nostri bambini a vedere solamente i circhi senza animali, quelli dove lo spettacolo viene fatto dai giocolieri, dai trapezisti, da bravissimi artisti che non provocano sofferenza ad alcuna bestia.