Circa 500.000 persone stimate in piazza S. Giovanni a Roma per il tradizionale concerto del primo maggio organizzato dai sindacati confederati CGIL ,CISL e UIL.
La piazza si anima fin dal primo pomeriggio ed è uno sventolare di colori di bandiere della pace, ma anche di Libera, l’associazione contro le mafie. La musica inizia dalle ore 16, la conduzione del concerto è affidata a Camilla Raznovich che gioca in casa in quanto ex vj di MTV e speaker di Radio Italia.
Sul palco pomeridiano del 1 maggio c’è tanto Sud: la giovane siciliana Levante, poi Mario Venuti e Mario Incudine che durante la prima canzone leggono i nomi di tutti i sindacalisti uccisi dalla mafia e dopo la seconda canzone che parla di immigrazione pongono l’accento sul fatto che l’Italia è un paese che spesso ospita, ma difficilmente sa accogliere persone straniere.
Il pomeriggio prosegue con gli ambasciatori della musica lucana: I tarantolati di Tricarico che fanno ballare tutta la piazza. Si va avanti con Daniele Ronda e i Folkclub e poi con la Med Free Orkestra, 14 membri che provengono da 3 continenti e 5 lingue diverse parlate, un vero e proprio inno alla diversità!
Finalmente le sonorità partenopee con gli Almamegretta e il loro ritmo travolgente fatto di chitarre e di fisarmoniche e a seguire un’emozionatissima Teresa De Sio.
Per accontentare anche i più giovani partecipanti al concerto c’è il rap di Nesli, ma il momento più emozionante del pomeriggio è stato senza dubbio l’esibizione di James Senese con i Napoli Centrale.
Gli assoli dell’ex sassofonista di Pino Daniele sono arte e talento puro e, insieme alla sua band, suona Acquaiuol, Campagna e poi l’immancabile e doveroso tributo a Pino con Yes I Know my way.
Dalle ore 20 il prestigioso blocco serale degli ospiti del concertone è aperto da Mare d’inverno, cantata da Enrico Ruggeri. Segue il rap di Emis Killa, conosciuto e amato dai giovanissimi e subito dopo la grande esperienza tecnica e vocale di Paola Turci.
Si cambia completamente registro e la piazza balla con il reggae di Alphablondie, ma il delirio vero e proprio arriva subito dopo con J-Ax. E’ il vero e proprio matador della piazza e, dopo aver cacciato dal cilindro pezzi storici come Domani smetto e aver duettato con Noemi sulle note di Gente che spera dei Sud Sound System, non perde occasione di lanciare delle frecciatine neanche tanto velate a Matteo Salvini. Parla inoltre di immigrazione e di diversità affermando: “spiegatemi perchè un italiano che va a lavare i piatti all’estero è un cervello in fuga e invece un immigrato che viene in Italia è uno sporco negro che viene qui a rubarci il lavoro”.
L’inarrestabile Ax incalza ancora parlando della condizione delle donne in Italia: ” Se ti stuprano, te la sei cercata; se trovi lavoro ti pagano poco. Ma se fai l’escort, ti rispettano!” .
Terminata la sua esibizione dichiara di voler occupare simbolicamente il palco del primo maggio e continua come co conduttore insieme a Camilla Raznovich, presentando l’artista successivo.
Tocca a Irene Grandi che canta la sua ballata rock Bum Bum e quindi Bruci la città, tragicomicamente quasi contemporaneamente ai misfatti di Milano.
Arriva il momento più caldo della serata: la reunion dei Blu Vertigo di Marco Castoldi in arte Morgan che schiera la vecchia formazione al completo costituita da Andy, Livio Magnini, Sergio Carnevale e Marco Pancaldi. Dopo essersi presentati in ritardo sul palco, suonano in rapida successione Cieli Neri, Assenzio, Sono come sono, Altre forme di vita e Andiamo a Londra con Morgan che si divide tra piano, basso e voce e paga la sua iperattività con qualche sbavatura di intonazione.
I Blu Vertigo lasciano quindi il palco ad Alex Britti e poi ancora a Noemi che riesce a coinvolgere una piazza che sembra un po’ stanca o forse stranita dalla precedente esibizione dei Lacuna Coil, un gruppo Gothic Metal italiano molto conosciuto all’estero.
Piazza che si rianima con l’ospite straniero più atteso della serata, Goran Bregovic. Il musicista bosniaco apre con la canzone Gas Gas e prosegue con Balkanjeras coinvolgendo e facendo ballare davvero tutti i presenti.
Prima della chiusura in grande stile con la qualità musicale della PFM ( Premiata Forneria Marconi) si esibisce il trio bolognese noto come lo Stato Sociale.
Questi tre ragazzi, presenti sulla scena musicale da appena sei anni, riescono a lasciare il segno ovunque si esibiscano e l’hanno dimostrato anche ieri a Roma.
Si presentano sul palco vestiti interamente in calzamaglia nera, sottolineando che l’abbigliamento è dovuto a “esigenze di censura”, nonchè al fatto di voler essere così invisibili come gli immigrati o non identificabili come i poliziotti in determinate situazioni.
“L’esigenza di censura” sarà spiegata poi meglio all’indomani del concerto: durante la canzone In due è amore, in tre una festa, Lo stato sociale aveva previsto la presenza sul palco di alcune coppie gay che dovevano baciarsi durante la canzone, ma a quanto pare non è stato permesso. Prima la colpa è stata attribuita agli organizzatori del concerto, poi alla Rai, fatto sta che alla fine della canzone il bacio gay c’è stato, ma tra il frontman del gruppo e il chitarrista.
Il trio bolognese continua con la canzone C’eravamo tanto sbagliati, mandando un saluto a Taranto e al concerto del primo maggio che si sta svolgendo anche lì e infine la canzone di protesta Abbiamo vinto la guerra.
Al termine delle esibizioni di tutti i cantanti, la piazza ha continuato a ballare fino a notte fonda con la techno music e il dj set di Alessio Bertallot.