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Save the Children Italia: l’emergenza migranti e il terremoto il Nepal

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
14 Settembre, 2015
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Save the Children Italia: l’emergenza migranti e il terremoto il Nepal
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untitledSave the Children Italia, fin dal 199, anno della sua fondazione, ha sviluppato programmi che hanno l’obiettivo di migliorare la vita dei bambini e delle bambine che vivono nel nostro Paese e difendere e promuovere i diritti delle minori per migliorarne concretamente le loro condizioni di vita. Lavorando a stretto contatto con le comunità locali, Save the Children porta aiuti immediati, assistenza e sostegno alle famiglie e ai bambini in difficoltà; crea cambiamenti positivi e duraturi nella vita dei bambini nei luoghi dove opera.

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Le attività riguardano l’educazione, la risposta alle emergenze, la riduzione della povertà, la lotta all’Aids, la salute e il contrasto allo sfruttamento e abuso, la lotta alla mortalità infantile nei Paesi più poveri del mondo, mentre nell’ambito della campagna nazionale Ricordiamoci dell’infanzia sono state realizzate numerose iniziative per sottolineare il problema della povertà dei minori in Italia.

La presenza dell’Organizzazione, in questi anni, si è inoltre consolidata in diversi settori e ambiti d’intervento, quali ad esempio la protezione dei minori migranti presenti in Italia o a rischio di sfruttamento, e dei bambini e adolescenti che sono esposti ai problemi derivanti da un uso scorretto e illegale delle nuove tecnologie, o ancora, nell’ambito del sistema scolastico nazionale. Sul fronte internazionale, al momento, l’emergenza legata al terremoto in Nepal rappresenta la priorità sulla quale vertono l’attenzione e il lavoro della Onlus.

“Il bilancio delle vittime purtroppo continua a salire. Il conteggio è ora più di 1.800 persone uccise e 4.700 feriti. Stiamo raccogliendo informazioni sui bambini dei nostri progetti. Al più presto condivideremo un aggiornamento con tutti i nostri sostenitori. Nel frattempo la popolazione colpita ha urgente bisogno di acqua potabile e di ripari, perché le abitazioni di molte famiglie sono state distrutte. Stiamo lavorando per avviare al più presto possibile la distribuzione di kit di emergenza, materiali per l’igiene e teloni, oltre a organizzare rapidamente attività di sostegno psicologico per i bambini e le loro famiglie.

Le aree in cui lavoriamo con i progetti di sostegno a distanza al momento non risultano tra quelle maggiormente colpite dal sisma, anche se una valutazione dell’entità dell’impatto è ancora in corso. I danni causati dal terremoto, infatti, rendono molto problematici i trasporti e le comunicazioni con le zone colpite dal disastro, questo è il motivo per cui non possiamo ancora comunicare notizie certe. Il nostro staff in Nepal sta lavorando senza sosta e con il massimo impegno, nonostante le difficili condizioni. Continueremo a tenervi aggiornati sia sulle condizioni dei bambini dei nostri programmi che sugli interventi di risposta all’emergenza.”

Questo è quanto fin qui divulgato attraverso i social da Save The Children.

Mentre, sul fronte nazionale, l’attenzione verte sull’emergenza migranti che la ONLUS sta fronteggiando attraverso la campagna #WhyAgain?

“Fino a oggi, dall’inizio del 2015, sono morte circa 1600 persone nel Mediterraneo. Tutto questo è inaccettabile e intollerabile. Dopo la drammatica tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 (366 morti), i Politici e le Istituzioni avevano detto: “Non succederà mai più”. Ma uomini, donne e bambini, in fuga da guerre, fame e violenze, continuano a morire in mare. #WhyAgain?

Ogni giorno che passa è una grave responsabilità in più della politica. E con l’arrivo della buona stagione le partenze dalla Libia sono destinate ad aumentare. Chiediamo ai Capi di Stato dell’Unione Europea un’azione immediata e concreta: un’operazione Europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo con risorse adeguate e personale specializzato. 

Ogni idea di rafforzamento dell’attuale operazione Triton, come si prospetta in queste ore, non sarà sufficiente fintanto che non comprenda un mandato specifico e delle reali e concrete capacità di ricerca e salvataggio in mare. Vogliamo una Mare Nostrum europea.

Triton ha infatti un mandato limitato al solo controllo delle frontiere esterne dell’Unione Europea e non è un’operazione di soccorso.

Sono Giovanna Di Benedetto, lavoro come portavoce per Save the Children in Sicilia. Tutti i giorni assisto agli sbarchi, parlo con i bambini e ragazzi sopravvissuti al drammatico viaggio in mare. E tutti i giorni mi confronto con il dolore, le violenze, il lutto e le speranze di questi minori in cerca di un futuro migliore. Non possiamo accettare che bambini innocenti possano morire in mare. La nostra società non può permetterlo.

Ti chiediamo di essere al nostro fianco. La tua firma può fare la differenza per fare pressione sui Capi di Stato dell’Unione Europea per non lasciar morire in mare migliaia di persone in fuga da guerre, fame e violenze.”

Per firmare la petizione clicca qui.

 

Tags: #whyagain?bambiniemergenza migrantisave the children italiaterremoto in nepal
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