Il periodo storico in cui è stata scritta la famosissima Funiculì Funiculà, è caratterizzato da anni pieni di ottimismo verso il progresso e la pace.
Molte malattie ed epidemie erano state debellate e la mortalità infantile venne drasticamente ridotta. Questo intervallo storico è noto come BELLE ÉPOQUE, durato circa 40 anni. L’Europa era in pieno fermento, tante le novità, si pensi all’Impressionismo, alla fotografia, alla nascita del cinema, alla costruzione di opere monumentali, il Titanic, la Torre Eiffel e all’Art-Nouveau, destinata a diventare quello Stile Liberty, tanto amato anche in Italia. È vero anche che la propulsione maggiore si rileva in Francia, ma a macchia d’olio questa rivoluzione socio-culturale si diffuse anche da noi.
In questo clima Romantico e Positivo, precisamente dal 1870 al 1880, a Castellammare venne costruita la Funicolare.
La canzone Funiculì Funiculà rappresenta uno dei momenti più importanti in assoluto della canzone classica napoletana.
Intanto è la prima opera dove sono chiaramente individuati come autori un poeta ed un musicista ed è anche la canzone che, per prima, valica i confini nazionali per compiere il giro del mondo, inoltre, termina quella tendenza nostalgica di riscoprire antichi canti popolari che caratterizza i primi anni dell’ottocento napoletano: da Funiculì Funiculà in poi s’inverte la rotta, iniziando a scrivere canzoni nuove.
Curioso, invece, il motivo per il quale fu scritta: promuovere un mezzo di trasporto!
In pratica si trattò – come diremmo oggi – di una sorta spot pubblicitario.
Siamo nel 1880 ed il Vesuvio è già un’attrazione per i turisti di tutti il mondo – anzi, lo è molto più di quanto lo sia adesso. In quel momento storico viene ultimata, dopo dieci anni di lavori, una funicolare che consentiva di accedere in tutta comodità alla bocca del cratere. Fino a quel momento, infatti, la vetta del vulcano era raggiungibile a piedi o in groppa a dei somarelli.
Dopo la cerimonia di inaugurazione della funicolare accadde, però, una cosa inaspettata. Il cassiere iniziò a lamentarsi dei mancati incassi: un po’ per la diffidenza verso tutto ciò che è nuovo, un po’ per la paura, un po’ per il rifiuto di una macchina che in certo senso togliesse poesia a quel luogo tanto suggestivo. Accadde, quindi, che i turisti, napoletani e stranieri, continuassero a salire a piedi. Davvero un bel problema, per la costruzione dell’impianto erano stati spesi molti soldi e il mancato incasso, rischiava di far chiudere la struttura per fallimento.
A qualcuno venne l’idea di pubblicizzare la funicolare con una canzone, così da invogliare le persone ad utilizzarla.
Il gravoso compito, di creare qualcosa di efficace per risollevare le sorti dell’impianto di risalita, fu affidato al giornalista napoletano Peppino Turco, che da Roma andava in vacanza a Castellammare. Per un caso fortuito, anche l’autore della musica, il maestro Luigi Denza, fu scelto proprio perchè quell’anno si trovava in vacanza a Castellammare. Gli autori impiegarono solo poche ore per comporla, l’alchimia che provarono nel collaborare fu esplosiva.
La canzone venne portata al concorso della Piedigrotta di quell’anno ricevendo un successo strepitoso. In un anno la Casa Editrice Ricordi pubblicò e vendette più di un milione di copie. Nel 1880 una cosa del genere non era mai accaduta prima nella storia della musica mondiale. Nasce così, a Napoli, l’idea di un mercato delle canzoni.
Che Napoli fosse la città della musica per eccellenza era noto fin dai tempi antichi, infatti, anche il despota Nerone, il folle imperatore che incendiò Roma, volle esibirsi nella città vesuviana. Nerone, che amava cantare e comporre, si esibì in un tempio pagano dove erano officiati i riti priapici. Quel luogo venne chiamato Madonna di Piedigrotta (in onore della Madonna che sostituì la divinità mitologica), ed è proprio nelle occasioni di festa in onore di questa Madonna che da quel luogo, buona parte della musica napoletana, fu lanciata e resa famosa in tutto il mondo.
Funiculì Funiculà è un capolavoro assoluto. Il testo è genuino, verace, passionale. La musica del maestro Denza, che prende le mosse da Lo Zoccolaro, un antico canto popolare, è briosa e imponente al tempo stesso.
La melodia entra a far parte del repertorio dei più grandi tenori del mondo e viene omaggiata perfino dalla musica classica: nel 1886 il compositore e direttore d’orchestra tedesco Richard Strauss la riprende in Aus Italien (4° movimento) una fantasia per orchestra in quattro movimenti.
A conti fatti, quella che voleva essere solo una canzone promozionale, diventa un pezzo di storia della musica napoletana e mondiale di tutti i tempi.
Una piccola curiosità: sarà proprio a causa di Funiculì Funiculà che nel 1881 Martino Cafiero, direttore del “Corriere del Mattino”, invidioso per il successo del suo collega giornalista Peppino Turco, chiederà a un giovanissimo Salvatore di Giacomo di scrivere la sua prima canzone: Nannì. Ma questa è un’altra storia.