Dopo il tragico attentato del 18 Marzo al Museo del Bardo , la Tunisia dichiara ufficialmente guerra al terrorismo.
La Tunisia non ci sta a soccombere, la Tunisia non vuole arrendersi al terrorismo ed è scesa in piazza per ribadirlo nell’ennesimo tentativo di dimostrare la propria rabbia contro una strage che non sarà mai dimenticata.
Con lo slogan ufficiale”Le monde est Bardo“, insieme al Presidente Beji Caid Essebsi, hanno sfilato 70mila tunisini che radunatosi a Bab Saadoun, la piazza da dove è partita la marcia, hanno poi proseguito per tutta la capitale fino a raggiungere il Museo del Bardo, per esprimere la solidarietà alle vittime dell’attacco terroristico.
Già la settimana scorsa migliaia di persone avevano affollato il centro di Tunisi in occasione della Festa dell’Indipendenza, approfittando della ricorrenza per lanciare un messaggio di sfida ai terroristi. Un messaggio che si riassume nelle parole dell’attrice Ines Lahfidhi: “Non abbiamo paura. Siamo pronti a resistere, donne e uomini insieme. Non andranno lontano, perché la Tunisia è un paese di libertà, di democrazia. Non abbiamo paura dell’ Isis e dei gruppi come loro”.
In contemporanea all’avvio della marcia, il premier Habib Essid ha annunciato che le forze di sicurezza tunisine hanno ucciso il leader del gruppo terrorista cui faceva capo la cellula degli attentatori. Si tratta di Khaled Chaib, conosciuto anche come Lokman Abou Sakher. Lokman era leader del gruppo terrorista locale Ukba Ibn Nafi la cui roccaforte è nelle montagne Chaambi al confine con l’Algeria. Il premier ha spiegato che Chaib è stato ucciso insieme ad altri 8 miliziani in un raid nella regione di Gafsa.
Il popolo tunisino non è nuovo a queste mobilitazioni di massa, a partire dalla guerra per l’Indipendenza del 1956, capeggiati dall’indimenticato Presidente Habib Burghiba, fino alla Rivoluzione dei Gelsomini del 2010. La solidarietà, la compattezza e l’unione, sono geni caratteriali che sembrano scritti nel loro codice genetico, caratteristiche invidiabili che li contraddistingue a livello mondiale.
Raggiunto il museo del Bardo, è stata svelata la stele che commemora le vittime dell’attentato. La cerimonia è stata poi salutata da squilli di tromba, cui hanno fatto seguito alcuni istanti di toccante silenzio. La stele si trova davanti all’ingresso del museo e riporta il nome delle vittime con le nazionalità, circondata in senso di rispetto dalla bandiera tunisina.
Oltre ai cittadini hanno partecipato anche diverse autorità internazionali, capi di Stato e di governo di varie parti del mondo. Fra loro, in rappresentanza dell’Italia, il premier Matteo Renzi, la presidente della Camera Laura Boldrini e una delegazione della Commissione esteri della Camera presieduta da Fabrizio Cicchitto. “Siamo qui per dire che noi non la diamo vinta ai terroristi“, ha detto il premier prima di entrare nel museo luogo dell’attentato. L’attentato è “una ferita terribile, che squarcia la storia anche di alcune famiglie italiane“. Fra i cartelli tenuti dai manifestanti con i nomi delle vittime, anche quelli degli italiani: “Je suis Orazio“, “Je suis Giuseppina“.
L’inno Nazionale tunisino è stata la colonna sonora per tutta la durata della manifestazione e in un crescendo di rabbia e commozione, spiccavano fra tutti gli striscioni che hanno motivato la Marcia tunisina:
“La Tunisia è libera” – “Fuori il terrorismo”