Questa è la storia di un intrepido guerriero, travestito da timido calciatore, entrato nelle nostre vite in una fredda domenica di febbraio, al minuto ’78 di un Napoli-Cagliari qualunque.
Erano gli anni ’90, le radioline e “Tutto il calcio minuto per minuto” erano l’unico mezzo a disposizione dei “drogati del pallone” per ricevere notizie in tempo reale dai campi della Serie A e il cappotto color cammello e le freddure di Mister Boskov dettavano legge e dispensavano esilaranti lezioni in materia calcistica.
“Inzaghi? Noi avere Imbriani”. Così l’allenatore serbo presentò all’allora presidente del Napoli, Corrado Ferlaino, quel 19enne, esile e fiero che schierò titolare dal primo minuto, il 14 maggio 1995, contro il Brescia, battuto per 2-1, proprio grazie ai gol di Imbriani ed Agostini, quest’ultimo andato a segno grazie all’assist fornito proprio da Carmelo. Una partita da incorniciare per quel 19enne, capace di montare le ali dell’entusiasmo e che ben legittima il disegno di un futuro roseo e denso di aspettative.
Carmelo, invece, ha imparato e ci ha insegnato che la vita è un viaggio tutt’altro che prevedibile e che nulla, proprio nulla è scontato.
Il nome di Carmelo Imbriani non ha conquistato la ribalta per merito delle vicende calcistiche correlate alle sue gesta sportive, bensì per effetto del dramma che improvvisamente si è annidato nella vita dell’uomo e che ha reso conoscibile e riconoscibile, agli occhi di tutto il mondo, l’indole, la forza e la nobiltà d’animo di quel guerriero, senza corazza, armato esclusivamente di coraggio e voglia di vivere.
Quel coraggio e quella voglia di vivere hanno disputato una partita sfiancante, capace di protrarsi ben oltre i ’90 e che si continua a giocare tutte le volte che viene conferito fiato all’urlo di battaglia di quell’encomiabile guerriero: “Imbriani non mollare”.
Un monito, giunto a Carmelo, durante i giorni più alacri e sofferti, dalle tifoserie di tutto il mondo, ma anche da parte di chi non ha conosciuto quel gracile ragazzo benvoluto da Boskov, eppure ha preso parimenti a cuore la vicenda di quell’uomo, innamorato della vita, ma troppo desiderato dalla morte.
“Imbriani non mollare” è un raggio di luce che irradia il ricordo in cui è scalfito il volto, sorridente e gioviale, di quel 19enne di nome Carmelo, ma, ancor più è un messaggio, forte e significativo, che continua a girare il mondo, che seguita a tenere in vita un nome, custode di una storia che merita di essere raccontata all’infinito.
Questo spazio nasce da un desiderio convertito in un intento: mantenere vivo il messaggio, il ricordo e la storia di quel guerriero di nome Carmelo.
E saranno i bambini, i ragazzi, “i guerrieri del domani” a raccontare chi era, chi è e chi seguiterà ad essere Carmelo Imbriani, guidati ed affiancati da coloro che quel timido 19enne tramutatosi in un ammirevole armigero, lo hanno conosciuto, amato e vissuto. Fino alla fine.
Carmelo Imbriani è stato capace di convertire una “fine” in un “nuovo inizio”.
Carmelo Imbriani ha consegnato al mondo un libro pregno di pagine bianche.
Spetta a noi, adesso, riempirle per scrivere una nuova storia, nel nome e nel ricordo di un uomo esemplare.