Via dei Tribunali è uno degli squarci più rappresentativi, intimi ed eloquenti, dei limiti, della forza, delle contraddizioni, dell’essenza di Napoli.
“I Tribunali”, una fetta di Napoli “a un passo da tutto”: dalla storia, dal mare, dalle radici, di cui quella sinuosa lingua di strada rappresenta un’arteria cruciale; dall’umanità, che in quei meandri scuri e radiosi, assume il suo volto più semplice e genuino; dalla forma espressiva più saliente di quella napoletanità di cui vanno in cerca i turisti, per immortalarne scampoli pregevoli attraverso sequenze di fotogrammi, quella stessa napoletanità che batte nel petto e ribolle nelle vene dei figli di questa terra, quando, un passo dopo l’altro, ne percorrono le dissestate e fascinose curve.
È da via dei Tribunali che parte la nuova avventura musicale della voce attualmente più pregiata griffata Made in Naples: Clementino.
Un nome, un volto, uno stile che hanno sancito “un nuovo inizio”: la chitarra e il mandolino che indossano lo scellerato coraggio, doveroso e necessario, per allacciare le converse ed indossare il cappello con la visiera al contrario e muoversi alla ricerca di un’innovativa ed imprevedibile forma espressiva. Nuova, energica, risoluta, essenziale, coinvolgente, mai banale, mai sonnacchiosa, mai ammuffita.
Nasce, così, il rap napoletano: un nuovo concept, capace di dettare legge in materia, lungo l’intero stivale ed anche oltre, a suon di rime, alternate e baciate; un nuovo sentimento che ha consentito l’eruzione di un “fenomeno musicale”; una nuova emozione che vive attraverso la musica, grazie alla musica e che eleva la musica. Il tutto, rigorosamente, accade senza che “la Iena” si prenda troppo sul serio, tuffandosi continuamente in quell’ironica umiltà, peculiare di chi ha la stoffa necessaria per raggiungere grandi traguardi.
È così che Clementino ha conquistato un posto significativo nell’”Olimpo degli dei” del mondo del rap, senza mai rinnegare quelle radici marcate, fiere, sanguigne, non svilendo né accantonando quell’idioma, orecchiabile, coinvolgente e che – come Clementino sagacemente insegna – se sfoderato con lungimirante maestria, può e sa fare la differenza.
Clementino non ha rinnegato il dialetto napoletano, così come, prima di lui, pochi altri ed illustri figli di Napoli hanno saputo e voluto fare.
Clementino, attraverso quel nuovo modo di “cantare il napoletano e di cantare Napoli” ribadisce, rilancia e sottolinea la sua fama di “palpabile erede al trono”.
Ad aggiungere un’abbondante cucchiaiata di nostalgica emozione al video che racconta il brano “Lo strano caso di Iena White” è proprio la location. “A un passo” da quei luoghi in cui ha mosso i primi passi, umani e musicali, quell’ultimo Re compianto da Napoli e che prima di abbracciare l’eternità ha idealmente consegnato lo scettro proprio a Clementino.
Il senso d’appartenenza che gronda dai versi e dai passi del rapper partenopeo, personificano in maniera sfrontatamente marcata sentimenti, intenzioni ed ambizioni che conferiscono al disco che sta per essere sfornato l’appetibile fascino peculiare della pietanza succulenta.