Matilde Serao è ricordata tra le massime scrittrici di fine Ottocento e pioniera del giornalismo italiano; fondò e diresse (prima donna a farlo) un quotidiano, tuttora protagonista della sfera editoriale italiana. Nata a Patrasso (Grecia), il 7 marzo 1856 e morta a Napoli il 25 luglio 1927.
Protagonista del rinnovamento della pubblicistica italiana negli anni cruciali tra Ottocento e Novecento, fu la prima donna italiana, inoltre, a fondare e dirigere un quotidiano, Il Mattino. Oltre ad essere l’autrice di 70 opere tra cui Il ventre di Napoli e La monaca e la «casa chiusa».
Compiuti a Napoli gli studi da maestra, s’impiegò nei Telegrafi dello stato, mentre cominciava a pubblicare bozzetti e novelle su giornali locali; in questo periodo riuscì ad entrare nella redazione del Corriere del mattino.
Nel 1882 si trasferì a Roma, dove collaborò al Capitan Fracassa, al Fanfulla della Domenica, alla Nuova Antologia e alla Cronaca bizantina. Successivamente sposò Edoardo Scarfoglio, col quale fondò il Corriere di Roma, poi il Corriere di Napoli, la testata divenuta celebre per la rubrica mondana “Api, mosconi e vespe“, e quindi Il Mattino, destinato a diventare il più importante quotidiano del Sud Italia, di cui fu condirettrice fino al 1904, quando si separò dal marito e fondò, sempre a Napoli, Il Giorno, che diresse fino alla morte.
Accanto all’attività giornalistica, la Serao svolse il mestiere di narratrice, che comprendeva oltre quaranta volumi fra romanzi e novelle. Nei suoi testi seguì le mode dello psicologismo alla Bourget, dello spiritualismo misticheggiante e del cosmopolitismo.
Il primo periodo, che si protrasse fino al 1905, restò il più felice della sua arte; nella sua letteratura rievoca aspetti, ambienti, figure della più gremita e misera vita napoletana, con sicura intuizione della psicologia collettiva e individuale, specie femminile: rappresentando passioni, tresche e ambizioni della società borghese o del mondo politico-giornalistico, con un distacco tuttavia oggettivo, a momenti da nota di cronaca. Lo stile disadorno, ma capace di suggestioni, di poetiche illuminazioni.
Sostenitrice della libera informazione e di una rigorosa professionalità nel raccontare i fatti, Scrittrice e giornalista di successo, Matilde Serao può essere considerata un’antesignana dell’emancipazione femminile. Il suo percorso umano e professionale, infatti, fu ricco e fuori dal comune per una donna che, a cavallo tra Ottocento e Novecento, divenne personaggio di punta dei salotti intellettuali e mondani di Roma e Napoli.
Collocata all’interno di un mondo prevalentemente maschile e maschilista, Matilde Serao si allineò ideologicamente ad una concezione antifemminista in contrasto con la sua manifesta ambizione di donna e madre impegnata; motivata dal «fitto e ardente desiderio di arrivare», scrisse «dappertutto e di tutto», instaurando rapporti umani intensi da cui trasse spunti per i racconti, creando un’osmosi feconda tra cronaca e racconto.
Per questo è rimasta una figura indelebile negli anni, una donna rivoluzionaria nel suo campo e nella sua epoca, che tutti gli italiani ricordano orgogliosamente, specie in questa giornata che ricorda la sua nascita.