L’emozione data dalla velocità, il brivido del pericolo e il sentirsi invincibili stando al volante: un fascino che cattura più o meno tutti gli automobilisti, lanci una pietra chi non l’ha provato almeno una volta.
A vent’anni poi, nel momento stesso in cui si viene in possesso per la prima volta della patente, questo fascino è a dir poco “dopante“. Ci si sente immortali, nulla di male può accadere, il motore vibra ad ogni marcia, il contachilometri esige il suo tributo e l’asfalto, secco o bagnato che sia, non è altro che il mezzo per raggiungere la stima e il rispetto degli sfigati che non hanno ancora quella tesserina magica.
A nulla valgono le raccomandazioni della mamma, gli insegnamenti della scuola guida e meno che mai gli insegnamenti che dovrebbero consegnare i fatti di cronaca nera in materia di incidenti stradali: “A me non può succedere” – “Io sono un vero pilota” – “Quelle cose succedono solo agli imbranati”.
Ed ecco piangere un’altra mamma, ed ecco un’altra vita spezzata e tutto a causa di quel fascino che miete più vittime di un’epidemia di vaiolo. Morire a vent’anni è contro natura, in qualunque caso, ma morire a vent’anni guidando un bolide fuori controllo è davvero uno spreco per l’umanità intera, un’offesa alla vita che dovrebbe continuare ad esistere, con i suoi relativi alti e bassi, amori e tradimenti, risate e pianti, vita che dovrebbe continuare a svilupparsi sui banchi di scuola, nelle discoteche, negli stadi o nel semplice quotidiano….. vita che vita non è più, perché stroncata sul nascere.
Erano da poco trascorse le 22,30 domenica scorsa, quando Danilo Delle Donne, 19enne di Montecorvino Pugliano, alla guida della sua Renault Clio, attraversa Via Irno, arteria dal percorso irregolare che collega il borgo di Faiano con il centro urbano di Pontecagnano.
La piccola curva prima del cavalcavia va superata con cautela, soprattutto con il manto stradale bagnato. Danilo perde il controllo dell’auto, divenuta una specie di trottola impazzita, schiantandosi in un cancello di un capannone industriale, nei pressi del sovrappasso. È un impatto terribile, che distrugge letteralmente la carrozzeria e fa temere seriamente per l’incolumità degli occupanti.
I soccorsi, allertati da un testimone, non tardano ad arrivare, ma è una corsa contro il tempo. Per estrarre i corpi dall’auto serve l’intervento dei vigili del fuoco: l’abitacolo, completamente deformato dall’urto, è inaccessibile ai soccorritori. Quando i corpi vengono estratti dalle lamiere per Danilo non c’è più nulla da fare. Il 19enne, già in condizioni disperate e nonostante i tentativi dei medici di salvarlo, giunge in ospedale già privo di vita. Molto grave l’altro passeggero, Carmine Elia, della stessa età, ricoverato in prognosi riservata per i numerosi traumi riportati. Solo una frattura alla mandibola, invece, per la coetanea Federica Montella, che al momento dello scontro si trovava alla destra del guidatore.
Da una prima ricostruzione, la perdita del controllo dell’auto sarebbe da imputare all’asfalto reso viscido dalla pioggia.
La notizia della morte del povero Danilo ha sconvolto la piccola frazione di Santa Tecla, dove il ragazzo, che da circa un mese lavorava per un Cash&Carry di Salerno, viveva con la famiglia. Tantissime le persone che si sono recate alla camera ardente allestita nella parrocchia. Stimato ed apprezzato da tutti, Danilo ricopriva da tempo la carica di consigliere del locale Forum dei Giovani, a testimonianza di una certa propensione sociale e aggregativa. A ciò si aggiunge la passione per la musica, confermata dalla frase di una nota canzone di Vasco Rossi scelta come didascalia all’immagine del profilo di facebook: «La vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia».