<< Un rumeno in meno>>, <<Spero abbia sofferto>>, << Mi chiedo cosa aspettino gli altri a seguirne l’esempio>>. Sono i commenti apparsi nelle ultime ore sulla pagina facebook del sindacato per la polizia penitenziaria Alsippe, in seguito al suicidio di Ioan Gabriel Barbuta, detenuto nel carcere di Opera di Milano.
L’uomo, 39 anni, rumeno, era stato condannato all’ergastolo dalla corte d’Assise nel 2013 per aver ucciso un vicino di casa durante una rapina mal riuscita. Ebbene, l’uomo si è tolto la vita, nella sua cella, il 14 Febbraio.
Non hanno tardato ad arrivare i commenti sprezzanti riguardo la faccenda sulla pagina facebook di Alsippe che ha provveduto a cancellarli immediatamente commentando “non è nostra abitudine censurare i commenti dei nostri followers pubblicati sul nostro profilo di facebook ma queste frasi hanno ingenerato una strumentalizzazione tale da comportare un possibile danno d’immagine al Corpo di Polizia penitenziaria”.
Il ministro della giustizia Andrea Orlando ha convocato il capo del Dipartimento dell’ Amministrazione penitenziaria (DAP) Santi Consolo per chiarimenti riguardo ai commenti “intollerabili”. L’incontro servirà anche per “valutare i provvedimenti da adottare” e saranno inoltre convocate nei prossimi giorni anche le organizzazioni sindacali per discutere l’accaduto.
“È un’offesa a tutti gli agenti che lavorano per salvaguardare le persone che hanno in custodia”. Ha dichiarato il Dap, anche PD e SEL si espressi a riguardo: “commenti inqualificabili che vanno stigmatizzati” e hanno preannunciato un interrogazione al Guardasigilli, mentre il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, all’indignazione generale risponde :” conoscendo quali sono le condizioni in cui lavorano gli agenti della Polizia Penitenziaria non dico che giustifico ma capisco”.
Il segretario del SEPPE infine, dopo aver commentato la morte del detenuto “Purtroppo, nonostante il prezioso e costante lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria, pur con le criticità che l’affliggono, non si è riusciti ad evitare tempestivamente ciò che il detenuto ha posto in essere nella propria cella” riferisce sui fatti degli ultimi giorni: “esultare per la morte di un detenuto è cosa ignobile e vergognosa”.