Pozzallo (Ragusa) resta la capitale dell’accoglienza dei migranti che fuggono dai loro paesi in guerra. “Lo scorso anno abbiamo dato ospitalità a 25 mila persone e quest’anno, nelle ultime 48 ore, sono arrivati più di 600 migranti. Ma non vogliamo essere lasciati soli”; così il sindaco di Pozzallo Luigi Ammatuna, è intervenuto a Napoli al convegno “Mediterraneo mare nostrum“, promosso dall’ufficio di Pastorale sociale e del lavoro della diocesi partenopea con la partecipazione tra gli altri del ministro della Difesa Roberta Pinotti.
I mercanti di uomini che operano in Libia non arrivano alla dozzina. Quasi nessuno è libico: sono etiopi, sudanesi ed egiziani. Gli investigatori e i servizi segreti italiani li conoscono talmente bene al punto da sapere che, durante Mare Nostrum, applicavano ai “prezzi” dei viaggi uno sconto del 50% dal momento che le navi italiane si avvicinavano fino a poche miglia dalla Libia per salvare gli immigrati.
E c’è un altro elemento preoccupante, ovvero quello evidenziato dalla Rivista italiana difesa: gli uomini dello Stato islamico potrebbero ripetere nel canale di Sicilia quello che da dieci anni accade nel tratto di mare tra la Somalia e Aden, attaccando pescherecci, piccoli mercantili e anche i mezzi di soccorso, con l’obiettivo di prendere ostaggi. Un ulteriore scenario ipotizzato, ancora più inquietante, riguarda i terroristi; i quali potrebbero trasformare i barconi in trappole esplosive da far saltare in aria contro le navi e le motovedette italiane o di Frontex impegnate nei soccorsi dei migranti.
L’offensiva lanciata nella città di Sirte pare sortire gli effetti sperati; le truppe islamiste delle brigate di Misurata, legate al Congresso Nazionale Libico, sono entrate nella città del golfo, riuscendo a riprendere gli edifici (emittenti radio e tv, uffici pubblici e ospedali) occupati nei giorni scorsi dai miliziani dello Stato Islamico.
Dall’Occidente, intanto, arriva un appello ad una soluzione politica della crisi: “I governi di Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti condannano tutti gli atti di terrorismo in Libia. L’efferata uccisione di 21 cittadini egiziani, da parte di terroristi affiliati all’Isis, sottolinea ancora una volta l’impellente necessità di una soluzione politica del conflitto”, si legge in una dichiarazione congiunta.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunito per discutere della crisi libica alla presenza del ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukri, ha messo da parte al momento l’azione militare. Adesso la prospettiva più concreta sembra quella che prevede di concedere altro tempo al mediatore dell’Onu Bernardino Leon, considerando che un intervento militare internazionale, o anche la fornitura di altre armi ad una sola delle parti in conflitto, allontanerebbe la possibilità di una soluzione “politica“.
L’Italia è determinata a contribuire alla stabilizzazione della Libia attraverso il dialogo sponsorizzato dalle Nazioni Unite, ed e’ pronta ad assumere un ruolo guida nella cornice dell’iniziativa Onu. Lo ha detto in Consiglio di Sicurezza il Rappresentante Permanente italiano Sebastiano Cardi.
La riunione fiume all’Onu è stata convocata per discutere la richiesta dell’Egitto, che continua a martellare l’Isis, di affrontare l’espansione dello Stato islamico in Libia con una forza militare sostenuta dalle Nazioni Unite; proprio mentre da alcuni documenti segreti emerge l’inquietante rivelazione che l’Isis intende utilizzare il territorio libico per portare “il caos nel Sud dell’Europa”.