Picchiate e rapinate dalle «baby-bulle» e scampate ad un altro pestaggio soltanto dal provvidenziale intervento dell’ambulanza.
È la disavventura di due sorelle torinesi di 13 e 15 anni, recatesi al centro commerciale “Otto Gallery” per festeggiare il compleanno di un’amichetta, che compiva 16 anni.
Quattro ragazze di età compresa tra i 13 e i 20 anni: queste le componenti della banda delle «baby-bulle» che ha colpito nei corridoi del centro commerciale.
Le sorelle, Paola e Mirella, erano con l’amica Giovanna davanti alle vetrine di un negozio, quando “la veterana” della banda si è avvicinata e ha attaccato briga con una scusa: «Perché mi fissavi male? Avete fatto una c…ata a fissarci». «Non ti fissavo per niente» ha cercato di smorzare Mirella, allungando il passo verso il cinema. «Quella ragazza ha preso per i capelli mia sorella, mi sono messa in mezzo per liberarla, ma una sua amica mi ha sferrato un pugno».
A quel punto, le sorelle e l’amica cercano ancora di allontanarsi, ma le «baby-bulle» sono ripiombate su di loro.
«Non sapete qui dentro com’è diventato? Qui non dovete girare perché è zona nostra, capito? Dovete andarvene, sennò succede un casino» le ha minacciate una «bulla». E ancora: «Guarda che mi hai graffiata, vedi di chiedermi scusa». Dopo pochi istanti, ancora «Muoviti, chiedi scusa».
A rincarare la dose, ci pensa la 13enne: «Devi chiedere scusa bene, muoviti». Mirella non sapeva che fare, ha chiesto subito scusa, ma non bastava. «Vuoi che mi metta in ginocchio?» ha chiesto, lasciando intendere che sarebbe stata disposta a subire pure quell’umiliazione.
Le «baby-bulle», però, volevano picchiare. Hanno tirato per i capelli Mirella e hanno preso a calci Paola. «Ho cercato di andare in aiuto di mia sorella, mi sono divincolata e mi hanno strappato i capelli» ha raccontato Mirella.
La 13enne, poi, si è parata davanti a loro, all’uscita dalle scale mobili. Ha dato un calcio nello stomaco a Mirella, lasciandola senza fiato e poi l’ha presa al collo, come se volesse strangolarla.
«Oggi sei fortunata, la prossima volta non va così, ti accoltello».
La ragazzina ha mollato la presa soltanto quando Mirella ha iniziato ad avere la vista annebbiata, lasciandosi andare come se fosse svenuta, quindi le ha sottratto cellulare ed orologio, per poi buttarle in faccia il telefonino, considerato di poco valore.
A quel punto, la «baby gang» si è allontanata verso la stazione della metropolitana. Mirella e le amiche sono finalmente uscite dal centro commerciale, soccorse da un uomo che vedendole doloranti ha chiamato l’ambulanza. Dall’ospedale, la segnalazione è arrivata al commissariato Barriera Nizza e le ragazze hanno avuto il coraggio di denunciare l’episodio.
Gli agenti hanno lavorato alcune settimane per identificare la «baby-gang» al femminile, hanno quindi ricostruito l’aggressione e individuato le «baby-bulle».
Non è la prima volta che a Torino si verificano episodi simili.
Una vicenda, decisamente terrificante che racconta una tendenza all’odio immotivato e alla “facile violenza”, ma che soprattutto palesa il forte disagio di giovani adolescenti, animate dall’insano e fuorviante intento di emulare gesta, gergo e malefatte delle baby gang al maschile, mostrando una delle direzioni più insane verso le quali le nuove generazioni hanno incredibilmente scelto d’incanalare tempo libero, azioni ed intenzioni.