Changing the discourse among men on gender equality.
Il 14 e il 15 gennaio 2015 New York si trasforma nel più grande barbershop del mondo.
Niente pennelli, rasoi o schiuma da barba per gli ambasciatori dell’ONU e i leader mondiali che si riuniranno oggi, alle tredici ora locale, alla Barbershop Conference, un appuntamento tutto al maschile dedicato alla questione dell’uguaglianza di genere.
Il perché del nome è semplice: da sempre conversazioni sature di testosterone su calcio, politica e donne hanno riempito i saloni dei barbieri di tutto il globo. Quale simbolo migliore, dunque?
Il ministro degli esteri islandese Gunnar Bragi Sveinsson, moderatore dell’evento assieme al ministro degli esteri del Suriname, prende il testimone direttamente dalle mani dell’attrice Emma Watson, promotrice della campagna #HeForShe, partner della conferenza. La giovane Emma, deposta la bacchetta di Hermione Granger, protagonista femminile della saga di Harry Potter, ha tenuto il 21 settembre scorso un discorso all’ONU a favore della parità dei sessi, in quanto ambasciatrice di buona volontà.
“Vogliamo provare a convincere il maggior numero possibile di ragazzi e uomini a diventare sostenitori della parità di genere. E non vogliamo semplicemente parlarne, vogliamo essere sicuri di fare qualcosa di tangibile. – apre cosi il suo discorso – Penso sia giusto che ci siano donne coinvolte per mio conto nel processo politico e decisionale del mio Paese. Penso che sia giusto che mi sia dato lo stesso rispetto che è riservato agli uomini. Ma purtroppo posso dire che non c’è un singolo Paese in tutto il mondo dove le donne possono aspettarsi di ricevere questi diritti. Nessun Paese del mondo può dire di aver raggiunto la parità di genere”.
Come altre figure di spicco del mondo dello spettacolo, ma non solo, Sveinsson esprime la sua ammirazione verso la giovane attivista e il suo operato; fa presente, poi, che l’aumento delle quote rosa che ricoprono cariche pubbliche in Islanda ha favorito una forte ricrescita dell’economia, dato che non può certo passare inosservato e che si spera di incrementare nei prossimi anni.
A chi addita la Barbershop Conference come l’ennesima occasione negata alle donne per sostenere i propri diritti, il ministro risponde che non si tratta affatto di escludere la parte in causa, ma di individuare quale può e deve essere il ruolo dell’uomo in questa faccenda: “Se c’è una violenza contro le donne, probabilmente c’è un uomo da qualche parte; non puoi cambiare queste cose senza discuterne con gli uomini”.
Il punto focale dell’evento non è quindi quello di procedere a provvedimenti d’ordine politico o normativo, bensì informare la controparte maschile degli impressionanti dati effettivi per indurla a modificare attitudini e comportamenti, spronando l’uomo stesso a ricercare soluzioni al problema.
La conferenza, che si terrà nel quartier generale delle Nazioni Unite di New York, sarà cosi suddivisa: un primo momento vedrà i rappresentanti discutere e interrogarsi sul problema della violenza e la disuguaglianza di genere, successivamente degli esperti esporranno e analizzeranno quella che risulta essere l’attuale partecipazione maschile alla causa, sia all’interno di organismi internazionali che nella società civile ed infine verranno tratte delle conclusioni che guideranno i futuri progetti e manovre.
Il passo successivo è un dialogo costruttivo con l’emisfero femminile, volto all’integrazione sociale, al superamento di pregiudizi arcaici e stereotipi e alla difesa dei diritti delle donne di tutto il mondo, affinchè la parola donna non sia mai più, per nessuno, sinonimo di vittima.
E’ possibile seguire l’evento in diretta sulla pagine ufficiale www.barbershopconference.org e su Twitter con l’hashtag #genderequality.