San Pasquale a Chiaia, più comunemente denominata “la zona dei baretti”, può essere definita la capitale della movida partenopea: un’autentica ed inamovibile istituzione della Napoli by night, patria per eccellenza della bella vita, frequentata da “bella gente”, ma non è tutto oro quello che luccica.
In realtà, Chiaia, in quanto “femmina”, può essere paragonata a una bella donna: affascinante, ammirevole, fulgida, sensuale, eppur detentrice di difetti, limiti e vizi che prudentemente nasconde tra le sue grazie.
È innegabile che, in particolar modo negli ultimi tempi, questo contesto sta attirando l’attenzione mediatica per episodi tutt’altro che edificanti: l’accoltellamento del ragazzo intervenuto per opporsi al tentativo di rapina attuato da due malviventi ai danni delle due amiche con le quali stava facendo ritorno a casa, dopo aver trascorso la serata proprio in uno dei locali della zona, in questo senso, rappresenta l’emblema della criticità del clima che si respira tra questi vicoli.
Purtroppo non è il primo fatto di cronaca partorito dalla “movida dei baretti” e forte è il sentore che non sarà nemmeno l’ultimo.
Le motivazioni sono da ricercare nell’intreccio di diverse dinamiche.
Prima di tutto, il consolidato feeling tra alcool e minorenni, così come testimoniano plurime inchieste svolte anni addietro da giornali di caratura nazionale che denunciarono la “cattiva abitudine” esercitata da alcuni miei colleghi che con estrema disinvoltura servono alcolici ai minorenni.
Ovviamente, l’attrattiva che un contesto come questo può sortire sugli adolescenti, cattura ed ammalia sia chi ha voglia di divertirsi sia chi scende di casa armato di cattive intenzioni e non solo di quelle.
Negli ultimi anni, in particolar modo, in questo contesto si è insediata una “nuova moda”: l’apertura di locali gestiti da persone poco competenti in materia che, quindi, puntano sul risparmio e ciò si traduce nell’assunzione di personale non qualificato, quindi preferiscono assumere barman inesperti che improvvisano il mestiere e che servono alcool di qualità scadente. Il tutto si traduce in quelle “offerte da volantino”, quali: “4 drink = 10 euro + un cicchetto in omaggio”. Questa nuova ed opinabile politica, ovviamente, ha concorso a rendere questo contesto più abbordabile per i ragazzini alla ricerca di divertimento scriteriato e con disponibilità economiche limitate. Come può essere facilmente intuibile, i ragazzini ubriachi che girovagano e barcollano tra le strade di Chiaia diventano delle autentiche mine vaganti, delle variabili imprevedibili che troppo spesso innescano risse, aggressioni, liti violente, furti ed episodi che concorrono a “guastare la festa” a chi in questo contesto ricerca solo un po’ di sano e liberatorio svago.
Il fenomeno non si argina di certo piantando una pattuglia all’inizio della strada e un’altra dal lato opposto, perché, ovviamente, i malviventi hanno l’accorta premura di ambientare misfatti lontano dalle volanti, più che ben visibili. Basterebbe tenere realmente sotto controllo la zona servendosi di poliziotti o carabinieri che la perlustrino costantemente percorrendo a piedi le vie dei baretti, questo consentirebbe a chi, come me, in questo contesto ci lavora e a chi lo frequenta solo per divertirsi, di viverlo più serenamente, senza farsi carico di preoccupazioni che stonano e non poco con il concetto di “lavoro” e “divertimento”.
Inoltre, è bene anche precisare che il modo di interpretare il divertimento in questo contesto è tutt’altro che affine a quello degli “schiamazzi notturni”: in questa sede, l’aperitivo è un autentico culto e fin dal tardo pomeriggio il contesto si popola di persone principalmente al capolinea di un’intensa giornata di lavoro, quindi animate dal semplice ed innocente intento di sorseggiare un drink, fare quattro chiacchiere e rilassarsi, prima di rincasare per dedicarsi alla cena. In seconda serata, il contesto offre diverse opportunità: il lounge bar, come nel mio caso, all’interno del quale la musica funge da pacato accompagnamento e non da chiassoso richiamo ed altri locali più similari a delle discoteche.
Pertanto, il pubblico che converge tra i vicoli che ospitano i baretti, in particolar modo nel weekend diventa abbastanza eterogeneo e il contesto indossa un abito sicuramente più caotico rispetto a quello dai tratti più pacati che contraddistingue le ore infrasettimanali.