Quello visto in campo contro la Roma è il miglior Napoli dell’era Benitez.
Questo legittima e spiega un risultato che – a dirla tutta – sta stretto agli azzurri, soprattutto per quanto mostrato nei primi 45’: oltre a due legni, il Napoli ha infatti collezionato una quantità considerevole di palle gol, costringendo i giallorossi nella propria metà campo, quasi per tutto il primo tempo.
Costruzione di gioco, possesso palla, automatismi, movimenti con e senza palla, spunti, azioni, iniziative, concentrazione, gestione delle fasi di gioco, cuore, agonismo, combattività, consapevolezza dei propri mezzi, voglia di vincere: il Napoli oggi ha davvero interpretato “la partita perfetta”.
Nel secondo tempo, la Roma prova ad affacciarsi nella metà campo azzurra per impensierire il Napoli, ma non si è mai rivelata in grado di rendersi realmente pericolosa.
Un risultato, come detto, che sta piuttosto stretto alla squadra di Benitez che avrebbe meritato di violare la porta anche in altre circostanze rispetto a quelle che hanno portato al gol di Higuaín nel primo tempo e di Callejon nel secondo.
Merito delle suggestioni evocate da questa partita, sicuramente insaporita da emozioni e significati differenti, forti, contrastanti.
È la partita in cui è scalfito il volto di Ciro, con i tratti più commoventi e marcati.
Una vittoria che, pertanto, si tinge di un valore diverso e si carica di un sapore più pieno.
Una partita che sovverte i ruoli e dimostra che la squadra di Benitez ha ancora tanto da esprimere nell’ambito di questo campionato.
Gli azzurri sono ben altro e molto di più rispetto a quanto visto fin qui e rilanciano le loro quotazioni in classifica conseguendo questa tanto convincente quanto emozionante vittoria.