Noi Giovani della Pace: ragazze e ragazzi concretamente impegnati a migliorare le città e le scuole diffondendo una cultura della pace e della solidarietà a partire dai poveri, dai bambini, dagli anziani, da chi è solo senza una casa.
“Avvertivamo da tempo un forte desiderio di costruire un blog dove tutti potessimo idealmente incontrarci e condividere le nostre emozioni. Un luogo dove poter parlare di temi attuali, “impegnati” o “leggeri”, divulgare una notizia, per fornire uno spunto di riflessione o per porre l’accento su argomenti talvolta trascurati, come la povertà, le guerre, la carità, la straordinaria possibilità che ognuno di noi ha di aiutare gli altri.”
“Le idee nuove necessitano di spazio. Il mondo, anche questo sofferente e complicato mondo, ha bisogno di nuove sfide. Ha bisogno di ritrovare la speranza, di capire che si è veramente felici solo quando si ha il coraggio di credere nei propri sogni, solo quando ci si dà da fare ogni giorno nel progetto di un mondo migliore. E questo perché ognuno di noi ha una stella da seguire, e questo perché, citando Gandhi: “Dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere avvenire nel mondo. Dobbiamo scoprire il progetto che siamo chiamati ad essere e poi realizzarlo con fatica nella vita.”
Questo è quanto raccontano di loro “i giovani della Pace” attraverso il loro sito ufficiale.
Si sono riuniti ieri in piazza del Plebiscito a Napoli, i giovani della Pace, nell’ambito di un appuntamento mondiale del Sermig realizzato quest’anno in collaborazione con l’Arcidiocesi di Napoli guidata dal cardinale Crescenzio Sepe e hanno aperto l’incontro leggendo una lettera indirizzata a tutti i cittadini della terra in tutte le loro lingue: un segno di comprensione che lascia cadere le differenze, che trova un denominatore condiviso.
Anche questo può far accadere la pace, di cui i tanti, troppi, conflitti accesi in vari quadranti del mondo sono oggi la puntuale, quotidiana, deprecabile smentita.
Un’accorata dedica a chi ha donato la propria vita agli altri e per gli altri ha scandito quarto appuntamento mondiale giovani per la pace, con oltre ventimila giovani provenienti da tutt’Italia e da molti altri Paesi dei cinque continenti.
L’evento si è tenuto nel giorno in cui i cristiani celebrano San Francesco, gli ebrei lo Yom Kippur e i musulmani la Festa del sacrificio, perché “si può essere uniti malgrado le diversità”.
Gesto di speranza, nel nome di Francesco, l’uomo inerme che, in Assisi decide di spogliarsi di ogni bene. Il personaggio più idoneo per operare, piuttosto che parlare, la pace.
L’iniziativa napoletana promossa dal Sermig ricorda la schiavitù della guerra con le armi. Infatti, le opere di giustizia e di sviluppo del Sermig scommettono sui giovani per cercare le vie della pace. La Fraternità della Speranza diventa contagiosa e lo fa nella città-simbolo del Sud.
La speranza che anima gli intenti di questi giovani è che le coscienze abbiano un moto di ribellione e soprattutto riattivino il dinamismo delle scelte libere.